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Un tuffo nel blu: combattere l’autismo al Museo di Paestum - Archeostorie Magazine

Un tuffo nel blu: combattere l’autismo al Museo di Paestum

31 Maggio 2019
Stimolare reazioni e sensazioni nelle persone autistiche con una visita ai depositi del museo. Si chiama Un tuffo nel blu ed è un progetto veramente innovativo

“Ciao io sono un archeologo. Ti va di venire con me? Ti do la tua agenda dove potrai fare tantissime cose belle. Dai, partiamo!”

Cominciano così le visite ai depositi del Museo archeologico di Paestum di Un tuffo nel blu, progetto per persone con autismo. È realizzato da Cilento4all in collaborazione con esperti dell’Università Parthenope di Napoli per la progettazione del percorso di visita, e della Federico II di Napoli per l’attività di monitoraggio. È un’idea nuova, diversa che, grazie alla valutazione precisa e costante dei risultati, mira a evolvere e migliorarsi sempre più. E a capire meglio quali benefici derivano ai ragazzi autistici dal contatto con le opere d’arte.

La bellezza dei depositi

Noi di Archeostorie, che abbiamo contribuito alla realizzazione del percorso di visita quotidiano ai depositi del Museo di Paestum, siamo veramente felici che per Un tuffo nel blu siano stati scelti proprio i depositi. Ma siamo anche curiosi di capirne il perché. Non è forse più complicato aggirarsi tra gli angusti corridoi dei depositi che tra le sale del museo?

“In verità, le sale del Museo sono troppo ampie e dispersive, mentre i depositi hanno il vantaggio di essere un ambiente più raccolto”, spiega ad Archeostorie Giovanni Minucci di Cilento4all. “E poi alcuni elementi, tra i molti scelti per il percorso di visita giornaliero, parevano perfetti per il nostro scopo”.

Ecco dunque che ogni terza domenica del mese un manipolo di ragazzi autistici, seguiti ciascuno da un esperto (il sedicente archeologo), scende lo scalone e si avventura nel ventre del Museo di Paestum: i suoi depositi. Ne diventa padrone per circa 50 minuti. Nell’agenda i ragazzi trovano innanzitutto una mappa dei depositi con le ‘stazioni’ dove svolgere le attività: l’accompagnatore, invitandoli a cercare le singole stazioni, mette alla prova il loro senso dell’orientamento.

Un tuffo nel blu inizio

Un tuffo nel blu: il lavoro ha inizio! – foto Cilento4all

Trova l’oggetto!

A ogni ‘stazione’ consegna poi al ragazzo un oggetto e gli dice: andiamo a cercarlo! Per esempio, dà un cagnolino di pelouche e chiede di cercarlo tra le pareti affrescate della Tomba della Finanza, per poi raccontare le storie della tomba. Al termine di ogni stazione chiede al ragazzo di scegliere le immagini di ciò che gli è piaciuto e applicarle sulla propria agenda, e di valutare con emoticon l’esperienza complessiva: ti piace, ti fa piangere, ti sei arrabbiato/a, ti fa paura.

In questo modo giocoso si vuole catturare l’attenzione dei ragazzi, motivarli il più possibile, e far sì che la soglia dell’attenzione rimanga alta durante tutto il tempo della visita. Ma grazie all’agenda si ottengono anche dati oggettivi sul risultato della visita e questi, uniti alle osservazioni fatte sul posto da un esperto, produrranno poi una valutazione generale dell’efficacia del progetto.

“E se un ragazzo giunge alla tomba dell’ultima stazione, e riconosce sulle sue pareti lo stesso cagnolino della Tomba della Finanza: bingo! Ha fatto il collegamento! È la soddisfazione più grande”, esclama Minucci. Al termine di questa grande fatica, però, c’è anche un bel premio: un breve laboratorio di decorazione di cocci. E i disegni che vengono fuori sono veramente interessanti.

Un tuffo nel blu è per tutti

Merita partecipare, almeno una volta, a Un tuffo nel blu. È aperto a tutti, non solo alle persone con autismo. E ognuno, dagli altri, ha qualcosa da imparare.

Un tuffo nel blu: la locandina

Un tuffo nel blu: la locandina

Un tuffo nel blu si svolge al Museo archeologico di Paestum ogni terza domenica del mese (o su prenotazione).
Si prenota telefonando al 3426327019
Info specialmuseum@cilento4all.com

Autore

  • Cinzia Dal Maso

    ​Tre passioni: il mondo antico, la scrittura, i viaggi. La curiosità e l’attrazione per ciò che è diverso perché lontano nello spazio, nel tempo o nel pensiero. La voglia di condividere con tanti le belle scoperte quotidiane. Condividerle attraverso la scrittura. Un solo mestiere possibile: la giornalista che racconta il passato del mondo. Scrive su temi di archeologia, comunicazione dei beni culturali, uso contemporaneo del passato, turismo culturale per i quotidiani La Repubblica e Il Sole 24 ore, e per diverse riviste italiane e straniere. Dirige il Magazine e il Journal di Archeostorie.

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