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Tutti a Paestum per la scuola di storytelling digitale!

Tutti a Paestum per la scuola di storytelling digitale!

14 Ottobre 2016
Appuntamento sabato 29 ottobre alle 10 alla Borsa mediterranea del turismo archeologico, nella Sala laboratori del Museo archeologico di Paestum, per imparare con il team di Swipe Story a narrare il passato con l’uso combinato di testi, video e immagini. Un seminario breve ma intenso: da non perdere!
Girando e rigirando per musei e luoghi della cultura, da solo o con famiglia al seguito, mi trovo sempre più spesso a sentire la mancanza di qualcosa. Che cosa sarà mai?
Vediamo un po’.
Le vetrine sono piene di oggetti, i muri carichi di pannelli scritti e illustrati: bene, le informazioni ci sono. Le guide parlano, descrivono, rispondono alle domande: a posto, anche questo c’è. Nei casi più recenti (sempre più numerosi in realtà) ci sono anche le tecnologie: siano semplici schermi, pannelli interattivi o attrezzi più sofisticati che sbrilluccicano qua e là, non mancano certo approfondimenti, ricostruzioni e così via. Per non parlare di laboratori, bookshop, caffè ecc.
E se a mancare non fossero oggetti e luoghi, spiegazioni e descrizioni, disegni e ricostruzioni, servizi e proposte? Se a mancare fossero invece le storie?
digital sorytelling school, scuola di storytelling digitale

Cosa si impara alla Scuola di storytelling digitale? © Swipe Story

Serve una Scuola di storytelling digitale per raccontare il passato

Per parlare del passato è sicuramente sufficiente mostrare, descrivere, spiegare, ricostruire. Ma per farlo realmente rivivere e renderlo comprensibile a chiunque, è molto meglio raccontare le storie di quelle persone che i luoghi li hanno vissuti, e gli oggetti li hanno costruiti e usati. Nella dimensione del racconto anche la nozione più specialistica viene comunicata in modo comprensibile e soprattutto diventa oggetto di condivisione fra autore e pubblico.
In due parole, raccontare è fare comunicazione e condivisione: esattamente quello che manca nel rapporto fra i beni culturali e il pubblico!

Le storie sono strumenti antichi ma tutt’altro che desueti, perché non propongono solo una contemplazione passiva ma stimolano un coinvolgimento emotivo. E se poi diventano multimediali, e mescolano parole, immagini e video? Magari utilizzando linguaggi nuovi come quelli del fumetto? E se sono interattive e lasciano all’utente la possibilità di andare avanti, fermarsi, tornare indietro o approfondire? Beh, così diventano ancora più coinvolgenti e fanno sorridere e imparare ancora di più!

Se volete vedere da vicino come si costruiscono storie multimediali, interattive, scientificamente corrette, ma anche divertenti, insomma esattamente come le vorreste trovare voi in un museo, l’appuntamento è a Paestum la mattina del prossimo 29 ottobre.
Archeostorie e Swipe Story, ospitati dalla Borsa mediterranea del turismo archeologico, organizzano un seminario-laboratorio in cui si parlerà e si lavorerà a un progetto di comunicazione multimediale, fra intuizioni, problem solving, soluzioni tecniche e condivisione con i diversi tipi di utenti.

Nel corso di una mattinata vedremo da vicino le tecniche di costruzione di un racconto multimediale interattivo, e le diverse fasi di lavorazione, dall’ideazione di un soggetto, alla scrittura di una sceneggiatura, al disegno di uno storyboard e all’organizzazione ed ottimizzazione dei contenuti.

Allora, se siete arrivati fin qui, non vi resta altro che iscrivervi al seminario. La partecipazione è libera e gratuita, ma vi chiediamo di

inviare una mail a labs@swipe-story.com

per aiutarci nell’organizzazione.
E per avere un’idea di cosa realizziamo, date un’occhiata alle nostre app!!!

Autore

  • Giuliano De Felice

    Archeologo, certo. A essere precisi, ricercatore universitario. Che dopo essersi sentito domandare per la millesima volta “Bello, che cosa hai scoperto oggi?”, inizia a capire alcune cose: per esempio che l’archeologia, quella vera, archeologi a parte, non la conosce nessuno; ma anche che irritarsi non vale, perché quella domanda rivela un vero desiderio di conoscenza. E allora l’archeologia prova a raccontarla: usando parole ma anche immagini, video, suoni e animazioni. Quello che oggi chiamiamo multimediale, ma che in fondo è da sempre semplicemente fantasia.

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