Colori fluo, verde acido, fucsia, oro. Scritte che mimano i tag del web. Un coup del théâtre iniziale con la riproduzione della base della Colonna Traiana tutta d’oro, proprio com’era l’urna con le ceneri dell’imperatore che vi si celava. È una mostra pop quella che, a Roma ai Mercati di Traiano, celebra l’imperatore nell’anniversario della morte.
117 d.C., Traiano era in Cilicia, nell’odierna Turchia, per raccogliere le forze e riprendere l’attacco ai temutissimi Parti. Ma da mesi un male lo tormentava, benché lui lo ignorasse continuando a marciare in testa alle sue truppe. E quel dì, l’8 agosto, nulla poté contro il fato. Neppure lui che, ultimo conquistatore, aveva allargato al massimo i confini dell’impero. Lui che era giunto fino al Golfo Persico e avrebbe voluto raggiungere persino l’Indo come Alessandro Magno. E superare anche l’Indo, forse.
Meritato trionfo
Fu così importante la sua campagna d’oriente, che a Roma gli fu tributato il trionfo postumo, portando sul carro del vincitore l’urna con le sue ceneri. Le teneva in mano Plotina, la moglie, colei che le aveva portate a Roma. Lo aveva sempre seguito nelle sue campagne militari da un capo all’altro dell’impero, e aveva sempre agito in sintonia con Marciana, la sorella di Traiano, e Matidia, la nipote. Tre donne potenti, proprietarie di terreni e fabbriche, amministratrici di giustizia e importanti nella politica sociale dell’impero. Traiano era circondato da un influente ‘triumvirato’ femminile.
Egli era dunque tutto: capo carismatico amatissimo dai soldati, benefattore adorato dal popolo, costruttore al punto da ridisegnare il volto dell’impero, uomo rispettoso delle dignità e prerogative femminili. Era perfetto, un uomo tutto d’un pezzo. Imperatore genuinamente pop perché amato da tutti, di amore sincero. Non per megalomanie ed esibizionismi che sì, al popolo piacciono, ma poi dal popolo ti allontanano. Lui, invece, era uno come tanti, nato addirittura lontano da Roma, in Spagna, e abituato solo alla vita dura e semplice del soldato.
Contro i Daci per il popolo
Proprio grazie alle sue imprese militari poté governare saggiamente l’impero. Con due aspre campagne militari sconfisse Decebalo, re dei Daci, e con l’oro di quelle terre ricchissime costruì strade, ponti, acquedotti, teatri, templi e piazze in ogni dove, e fu generoso verso tutti. Per questo la mostra, dopo aver narrato la morte e il trionfo, passa subito a ricordare le sue guerre. Usa ritratti, stele funerarie di soldati, oggetti che narrano la vita nelle terre più lontane, ma anche video e i fantastici calchi delle scene della Colonna Traiana che, ora al Museo della Civiltà romana, furono commissionati da Napoleone III nel lontano 1861.
E ancora video e plastici, sempre dal Museo della civiltà romana, presentano Traiano costruttore: le sue opere pubbliche – perché rivoluzionò le tecniche edilizie al punto da realizzare monumenti grandi come mai prima di allora – ma anche le più private, decorate da un lusso sempre discreto. Come la sua dimora sull’Aventino che, chiusa al pubblico, si mostra per la prima volta grazie a un video; e la villa di Arcinazzo dalle decorazioni a pitture, stucchi dorati e marmi veramente uniche, che ugualmente si presentano per la prima volta ai più. Non è dunque solo una mostra didattica, benché sia questa la sua caratteristica e il suo pregio principale. Presenta anche parecchie novità.
Come pure le molte statue e decorazioni del Foro di Traiano e della Basilica Ulpia scoperte negli ultimi anni ‘scavando’ nei magazzini, che hanno permesso di ricostruire il programma decorativo e il messaggio che Traiano rivolgeva alle folle dal luogo che più di ogni altro lo rappresentava: un messaggio di potenza e giustizia, nulla più ma anche nulla di meno. Persino il senato di Roma lo aveva definito optimus, il migliore tra i principi.
Traiano superstar
La mostra ha qualche pecca come per esempio le didascalie poste in luoghi poco accessibili, le luci non proprio azzeccate, i bei pannelli per bambini posti sciattamente a terra, il percorso di visita poco chiaro. Ma sono facilmente rimediabili. Ci aspettavamo invece, dall’allestimento tutto, un accento ancora più pop che non avrebbe guastato. Magari le sale permeate dai bei colori fluo scelti per la mostra, o un’immersione maggiore nelle battaglie e nella vita da campo che di fatto scandirono la vita di Traiano.
Sopra tutto, però, avremmo voluto vedere qualcosa di pressoché impossibile, forse: un’enorme scritta Traianus giganteggiare sull’emiciclo dei Mercati. Perché non tutti quelli che ammirano i Mercati da via dei Fori imperiali, sanno che si possono anche visitare; che si può penetrare fin nei loro angoli più spettacolari e segreti, e con questa mostra si scoprono nuove bellissime sale. L’ingresso dal retro non aiuta: è sconosciuto ai più. Perciò la grande scritta sull’emiciclo, a caratteri cubitali, avrebbe gridato a gran voce a tutti, ma proprio a tutti: Traiano è qui!
Archeostorie è media partner della mostra. Questa recensione è dunque solo l’inizio di una serie di articoli in cui sveleremo particolari curiosi e novità della ricerca sulla vita dell’imperatore Traiano. Noi ci stiamo divertendo un mondo a indagare. Vi divertirete anche voi.
Traiano. Costruire l’Impero, creare l’Europa
a cura di Claudio Parisi Presicce, Marina Milella, Simone Pastor, Lucrezia Ungaro
aperto tutti i giorni, 9.30 – 19.30, fino al 16 settembre 2018
info www.mercatiditraiano.it, tel. 060608
organizzazione Zètema Progetto Cultura
catalogo De Luca Editori d’Arte
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