Arriva in zona Cesarini, o forse si rifà al trattato astronomico indiano Vedanga Jyautisa che, sulla base di regole matematiche e rivoluzioni apparenti di Sole e Luna, scandisce il calendario su intervalli di cinque anni. Fatto sta che il nuovo Decreto sul 2xmille alle associazioni culturali (D.P.C.M. del 16 aprile 2021) offre una nuova opportunità, un treno sul quale ogni associazione deve salire al volo assieme alla propria comunità.
2xmille cinque anni fa
Era infatti il 2016 quando, su proposta dell’allora Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini, fu aperta una breccia nella roccaforte del 2xmille che fino ad allora poteva essere destinato esclusivamente ai partiti politici (Legge di stabilità 2016, art. 1, comma 985).
Fu creato un elenco di nuovi beneficiari, le associazioni culturali, a cui i cittadini potevano indirizzare la propria percentuale dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef): si trattò di una vera rivoluzione, piccola ma potente perché andava a scardinare un principio di esclusività che vincolava la crocetta ai soli partiti politici, e lasciava di fatto inespresse le potenzialità di una scelta civica consapevole, partecipata e a costo zero.
Sul 2xmille
Lo ricordiamo brevemente. Ogni cittadino paga una tassa sul reddito, l’Irpef appunto, cioè un’imposta diretta, personale, progressiva e generale, su qualsiasi tipologia di reddito. Dal totale di questa tassa ogni contribuente può scorporare una quota pari al 2, al 5 e all’8xmille, per destinarla a enti con finalità culturali, politiche, religiose o di altra natura.
Come nel 2016, anche quest’anno sarà possibile destinare il 2xmille, oltre che a un partito politico, a favore di un’associazione culturale scelta dal contribuente.
Nella dichiarazione dei redditi, infatti, esiste un apposito riquadro dedicato alla “scelta per la destinazione del due per mille dell’Irpef”, nel quale basterà indicare il codice fiscale dell’associazione che si intende supportare e apporre una firma: in questo modo sarà possibile scorporare dal totale delle tasse dovute allo Stato la quota da destinare alla cultura.
Una grande opportunità
E se cinque anni fa le associazioni culturali hanno sfruttato troppo poco questa grande opportunità, adesso devono farsi valere. Le associazioni devono rendere palese il valore della cultura per la propria comunità: il valore essenziale che consiste nella sua utilità sociale, ma anche il valore economico che vi individua una risorsa per il territorio da gestire nel miglior modo possibile.
Perché, è bene ricordarlo, nel caso in cui non venga espressa alcuna preferenza, il 2xmille resterà all’interno delle imposte dovute e l’occasione di contribuire al bene comune non sarà stata colta.
Scegliere di destinare il proprio 2xmille a un’associazione culturale rappresenta dunque una grande opportunità non solo per le associazioni che in questo modo possono crearsi un budget annuale da riversare nelle attività che promuovono. Anche per i cittadini responsabili che in questo modo possono dimostrare come, quando ci sono gli strumenti, sia interesse di tutti partecipare e dare sostegno a quelle realtà diffuse e silenziose che operano sui territori a sostegno della ricerca, della salvaguardia e della valorizzazione del bene comune: la cultura.
Come fare richiesta
Il D.P.C.M. del 16 aprile 2021 detta le regole per la creazione del nuovo elenco dei beneficiari, e dal 15 aprile scorso è online sul sito del Ministero della Cultura l’avviso che ne scandisce la procedura.
Le associazioni culturali hanno tempo fino al 26 aprile per fare richiesta, rigorosamente online dal Portale dei Procedimenti del MiC.
I criteri per la presentazione dell’istanza sono a maglie piuttosto larghe: esistere da almeno 5 anni e prevedere nello statuto lo svolgimento e/o la promozione di attività culturali. Le associazioni già presenti nell’elenco del 2016 potranno confermare i requisiti, ma sono previsti anche nuovi beneficiari.
Torna quindi una grande opportunità soprattutto per le associazioni più piccole e radicate nei territori. È questo il momento di chiamare a raccolta la propria comunità, coinvolgere i cittadini quali interlocutori e destinatari principali delle attività di promozione e valorizzazione della cultura in tutte le sue declinazioni. È anche il momento, però, di marcare la volontà di rendere strutturale questo strumento, affinché non passi un altro ‘yuga’ di opportunità mancate. E se avete dubbi, chiedete ad Archeostorie: siamo sempre pronti a dare una mano!
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