Influencer, li chiamano oggi. Sono quei personaggi che sui social, su Youtube, su Facebook, spopolano, vippeggiano, decidono se una cosa è in o è out, se un abito o un accessorio è chic, se un locale è alla moda.
Il primo influencer
Ma chi è stato il primo, il padre di tutti i Fedez, la madre di tutte le Ferragni? Temistocle. Sì, proprio lui, il vincitore della seconda Guerra persiana.
Prima di diventare il salvatore della Grecia e di Atene, il giovane Temistocle era uno mezzo sfaccendato. Era sì nobile d’origine, ma di un ramo secondario della potente famiglia dei Filaidi. Per giunta la madre era anche una donna straniera. Pareva destinato a una vita grigia di incarichi secondari e senza gloria, come tutti i parenti poveri la cui unica ricchezza è un cognome altisonante.
Il nostro Temistocle, però, non era fatto per passare inosservato. Poiché non era ateniese per parte di madre, non poteva frequentare il ginnasio bene della città ma doveva andare al Cinosarge, destinato ai ‘mezzosangue’ e considerato molto meno chic.
Che fece allora? Se non poteva frequentare lui altri ginnasi, decise di convincere gli altri ad andare al suo.
Temistocle vince senza selfie
All’epoca non c’erano i selfie, ma per lui fu un attimo far girare il gossip che al Cinosarge ci si divertiva un sacco. Basta con le palestre piene di parrucconi e di noiosi allenatori amati dai genitori vecchio stile! Al Cinosarge c’erano giovani svegli, meno formalismo, più divertimento. Ci si mischiava fra stranieri e ateniesi, e le nuove tendenze la facevano da padrone. Uno spasso, insomma.
I rampolli dell’aristocrazia ateniese cominciarono a far la fila per andare ad allenarsi lì, proprio come dei bravi followers entusiasti. E Temistocle, benignamente, accettò che loro frequentassero quella palestra, quasi fosse un privilegio che ottenevano per sua gentile concessione.
Per fortuna che all’epoca non c’erano ancora i canali di Instagram, o Fedez e Ferragni avrebbero dovuto lasciare lo scettro a lui.
Perché quando scende in campo Temistocle l’influencer, ragazzi, non ce n’è per nessuno.
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