Io l’ho letto tutto d’un fiato. Kres e la leggenda del Minotauro ti prende dalla prima parola all’ultima. La nostra Giorgia Cappelletti ha saputo costruire una trama per bambini che funziona anche per gli adulti. Unica eccezione, il lieto fine. Necessario per i bambini ma troppo poco complesso per gli adulti. Per tutto il resto: adrenalina pura.
Una scelta difficile
Perché Giorgia ha fatto una scelta veramente difficile. Ha ambientato il suo racconto nella Creta del declino, quando oramai gli splendori dei grandi palazzi minoici erano un ricordo. Terremoti e inondazioni li avevano devastati, sull’isola regnava l’abbandono, e i Micenei stavano per prenderne possesso con relativa facilità.
Se un racconto storico combatte sempre con la laconicità delle fonti, nei momenti di apogeo delle civiltà queste sono sicuramente meno laconiche. Giorgia ha quindi scelto la via più ardua, e l’ha resa ancora più complessa perché ha fatto scontrare e dialogare Minoici e Micenei, immaginando l’incontro tra i due mondi.
Apprezzo da tempo la cura che Giorgia mette in ogni suo lavoro. Ho anche già lodato la sua accuratezza storica nel primo racconto di questa serie Erickson, ambientato nella preistoria. Questa volta però è diverso. Il racconto è molto più articolato, e anche l’epoca storica è più complessa e al contempo poco conosciuta. In questa sorta di buco nero delle nostre conoscenze, lei ha fatto agire due popoli e, di fatto, li ha raccontati entrambi. Pare quasi una mission impossibile.
Una collaborazione produttiva
Ha chiesto l’aiuto di un’esperta, Jessica Piccinini dell’Università di Macerata che non insegna solo Storia greca ma, con la collega Simona Antolini, ha avviato l’interessantissimo Master PAST (Professioni per la comunicazione dell’antico) che vede in Archeostorie® un partner decisamente entusiasta.
Tra Giorgia e Jessica si è instaurata quella collaborazione produttiva tra esperti e comunicatori, che dovrebbe essere la norma in tutti i progetti di comunicazione della storia. E se al giorno d’oggi è sempre più diffusa, purtroppo non è ancora la regola. Il Master PAST serve anche a trasmettere un metodo di lavoro necessario e vincente.
Kres e la leggenda del Minotauro, racconto attuale
Ma torniamo alla narrazione. Con la sua storia Giorgia non ha solo raccontato il passato, ma ha voluto anche stimolare la riflessione su temi universali.
Innanzitutto le donne. Molti racconti di Giorgia sono popolati da donne in gamba, anche più degli uomini, e questo non fa eccezione. C’è una bambina molto più sveglia del fratello, e c’è un’anziana indovina carica di autorevolezza. Fanno capire che le donne in gamba ci sono sempre state, da che mondo è mondo. Donne capaci di ricavarsi il proprio spazio in un mondo di uomini. Ma per farlo hanno dovuto superare difficoltà infinitamente maggiori di quelle delle donne d’oggi.
Giorgia ha ragionato poi sulla gente comune, quella che subisce le conseguenze delle guerre e delle conquiste. Si è chiesta: quale sarà stato il loro destino? Avranno accettato la situazione o avranno reagito? Saranno nate sacche di resistenza, come l’archeologia pare rivelare? Cos’è accaduto, insomma, ai Cretesi che vedevano gli stranieri invadere la loro terra?
Quando Giorgia ha scritto questo racconto, la guerra in Ucraina era di là da venire. Leggerlo oggi pare quasi profetico. Racconta persino di deportazioni e di gente comune che resiste. Dopotutto, in guerra capita così. Anche per questo, dunque, Kres e la leggenda del Minotauro è racconto da leggere e da far leggere. Assolutamente.
Giorgia Cappelletti
Kres e la leggenda del Minotauro
illustrazioni di Beatrice Xompero
Erickson, 120 pagine, euro 14,50
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