Leggete il Romanzo del Pratone. Sono poche pagine ma c’è dentro tantissimo. La penna di studenti di scuola media ha saputo toccare, attraverso una storia del passato, tutti i temi caldi di oggi: gli orrori delle guerre, i disastri ambientali, i contrasti intergenerazionali. Anche se lo scopo ultimo è in verità un altro: dare il proprio contributo a una battaglia di cittadini a difesa di un’area verde -e di grande interesse storico- dalla speculazione edilizia. Rivendicare il diritto ad avere un luogo dove respirare, giocare, fare sport. È, insomma, un romanzo dal forte valore civico. Ed è l’archeologia pubblica più vera.
Difendere il Pratone
Il romanzo è nato a Torre Spaccata, quartiere Ina-Casa sorto alla fine degli anni Cinquanta nella zona sud-est di Roma. Dalla finestra delle loro aule, gli allievi della scuola media Rugantino vedono un grande spazio verde, il cosiddetto Pratone, che li divide dagli edifici della Tuscolana e di Cinecittà. È uno dei pochi lembi di campagna romana rimasti intatti dalla cementificazione selvaggia di quest’area di Roma, un impagabile e insostituibile polmone verde per chi abita qui.
Inoltre, come nell’adiacente parco di Centocelle, indagini archeologiche comunali degli anni Novanta e Duemila vi hanno individuato testimonianze dalla preistoria al medioevo e in particolare resti di quattro ville romane, oltre alla torre medievale che dà il nome alla zona ma che sta un poco più in là.
Tuttavia, se il parco di Centocelle è soggetto a vincolo dal 1992, il Pratone è terreno edificabile ora di proprietà della Cassa Depositi e Prestiti. E nel tempo è stato oggetto di diversi progetti, per fortuna mai attuati ma sempre presenti come minaccia incombente. Così giusto un anno fa il Comitato Pratone Torre Spaccata ha presentato all’Assemblea Capitolina una Delibera d’iniziativa popolare in cui 11mila firme chiedono di cambiare la destinazione d’uso del Pratone a verde pubblico e servizi pubblici.
Perché il Romanzo del Pratone
Ogni giorno gli studenti della classe 3° F della scuola media Rugantino guardano il Pratone dalla loro finestra e sognano di potervi trovare campi da gioco e sport, viali e aree di ritrovo. Sognano di ammirare i resti antichi, così che tutti possano conoscere la lunga storia del Pratone. Loro, a dire il vero, la conoscono già: hanno un professore-archeologo, Federico Gurgone, che negli anni non gli ha risparmiato nulla. E poiché è bravo a scrivere, ha anche dato loro un’infarinatura di scrittura creativa.
Ecco dunque l’idea, mentre in classe s’interrogavano su come contribuire alla lotta per il parco pubblico: scrivere un romanzo, tutti assieme! È partita una ricerca storica approfondita, sono stati individuati tre momenti in cui concentrare la narrazione, e si è discusso a lungo sulla trama. Ma, una volta delineata e spezzettata in unità narrative, ognuno ha avuto il proprio compito assegnato.
Non è finita lì, però, perché col tempo anche alunni di altre classi, persino elementari, hanno contribuito alla scrittura, e poi anche i genitori degli alunni. Ora si può leggere la prima parte di questo grande sforzo collettivo, ma la seconda è già in lavorazione e Gurgone sta alzando il tiro sempre più. Mira a coinvolgere tutti, anche chi non sa nulla di storia e non prende una penna in mano da tempo. La lotta per il Pratone può unire tutti e diffondere capacità, creatività e conoscenze. Può dar vita a una comunità vera, una ‘comunità di patrimonio e scrittura’, parafrasando la Convenzione di Faro.
Una comunità che, scrivendo, scopre e s’interroga sulla propria storia, su quanto è accaduto in quel lembo di terra laziale duemila anni fa e oltre. Una comunità che tutta assieme immagina eventi fittizi ma più reali del reale, perché calati in un territorio che tutti conoscono sin troppo bene.
Un’impresa sociale
Così tutti assieme si accorgono che la storia, se vissuta e compresa intensamente, può aiutare a riflettere sul presente. Gli eventi della prima parte sono ambientati nel 397 a.C. quando Roma era in guerra con Veio, la prima delle città etrusche a cedere alla sua avanzata. Però in quel 397 l’esito non era ancora chiaro ed era guerra vera, casa per casa, e nessuno poteva sentirsi al sicuro. Come anche oggi, purtroppo, in troppe parti del mondo.
Il 397 è poi l’anno in cui una terribile alluvione dai Colli Albani ha spazzato via tutto quel che incontrava, comprese le case di tutti. Ma i nostri romanzieri s’inventano un piano di evacuazione preesistente così che tutti si salvano sui colli vicini: chi oggi vive all’ombra del Vesuvio, è altrettanto pronto? Però, in verità, la bambina e il bambino eroi della storia, avevano già allertato tutti della catastrofe incombente ma nessuno dava loro retta: e noi oggi, sapremo ascoltare prima o poi i ragazzi di Ultima Generazione?
Il Romanzo del Pratone è una grande impresa sociale, è un quartiere intero che combatte con la scrittura. Leggetelo che merita. Io attendo con ansia i prossimi episodi, ma soprattutto attendo la presentazione in quartiere e la festa. È prevista per il 23 marzo prossimo al Centro Intersos di via di Torre Spaccata 157, ore 14-18. Siateci!
E per chi non potesse quel giorno, niente paura ci saranno molte altre occasioni. A partire da un’intera giornata di dibattiti su Pratone nella Sala della Protomoteca in Campidoglio, il 21 maggio prossimo. Segnatelo in agenda!
E nel frattempo leggete il romanzo. Lo potete scaricare qui.
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