A parlare è Francesca Ferro, direttrice del circolo di Legambiente Occhi Verdi di Pontecagnano e coordinatrice del progetto Il Parco InVita. L’iniziativa, presentata lo scorso novembre alla Borsa mediterranea del turismo archeologico di Paestum e partita ufficialmente a febbraio 2016, è stata proposta nell’ambito dell’avviso Giovani per la valorizzazione dei beni pubblici, finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento della gioventù e Servizio civile.

Formazione alle scuole © Legambiente Occhi Verdi
Gli obiettivi
In questo senso, molto è già stato fatto in passato grazie alla convenzione stipulata dal circolo Occhi Verdi con la Soprintendenza per i beni archeologici di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta: dalle prime attività, che prevedevano solo apertura e chiusura del parco e manutenzione del verde, si è passati alla creazione nel 2001 di orti sociali biologici affidati agli anziani (ora ne esistono 80) e di spazi per bambini e famiglie, che hanno cementato il senso di comunità. Tra le attività che si svolgono nell’area archeologica, inoltre, non manca uno scavo annuale che si svolge in estate, organizzato dal comune di Pontecagnano Faiano in collaborazione con più enti, tra cui la Soprintendenza, la stessa Legambiente Campania e le università degli studi di Salerno e del Molise.

© Legambiente Occhi Verdi
Il parco InVita e gli Ecobox
I giovani tutor, che hanno il compito di condurre i laboratori, sono stati affiancati per alcuni mesi da professionisti dei tre settori, archeologia, agricoltura biologica e ambiente/ecologia. Ispirandosi alle offerte già sul mercato, per ciascun settore è stato realizzato un Ecobox, ossia un pacchetto turistico che consente ai visitatori di provare diversi tipi di esperienze-laboratori. Nel caso dell’Ecobox archeologia si prevede per esempio una simulazione di scavo stratigrafico, una visita al Museo nazionale archeologico di Pontecagnano dedicato agli Etruschi di frontiera, e un laboratorio di ceramica.
La fase di test è già cominciata e durerà fino al 2017. “Abbiamo iniziato coi ragazzi delle scuole medie e superiori, per capire il grado di coinvolgimento e provare le attività”, afferma la project manager dell’iniziativa, Elisa Macciocchi, Presidente del circolo di Legambiente “Orizzonti”. “Presto saranno organizzati alcuni Lab Day, giornate in cui i tre Ecobox potranno essere testati anche da associazioni del territorio e semplici cittadini. In questa fase consolideremo gli Ecobox e le nostre proposte di turismo sostenibile.”

I ragazzi alle prese con gli orti bio all’interno del parco. © Legambiente Occhi Verdi
I risultati parziali sul gradimento da parte dei giovani delle scuole sono molto incoraggianti, come ricorda ancora Ferro. “Diversamente da quello che si potrebbe pensare, abbiamo avuto i migliori riscontri dai ragazzi degli istituti tecnici, che pur essendo per curriculum i più lontani dall’archeologia, si sono dimostrati i più interessati. Crediamo non sia giusto imbrigliare i ragazzi entro stereotipi. Per risvegliare l’interesse su certi argomenti, devi anche saperli raccontare. Il fatto che a condurre i laboratori siano stati giovani quasi coetanei degli studenti certamente ha aiutato.”
Noi di Archeostorie contiamo che ci riusciranno.
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