Nel 1988 iniziavano le campagne di scavo che hanno portato alla luce, nella Grotta di Fumane sui Monti Lessini (Verona), uno dei siti più importanti della preistoria italiana. Per celebrare le ricerche (che vanno ancora avanti con successo) sabato 9 giugno si è svolta, presso il Museo civico di storia naturale di Verona, una giornata di studio dal titolo Dall’Africa all’Europa, il nostro primo viaggio.
Festa per Grotta di Fumane
L’evento si è aperto con il saluto delle autorità, a testimonianza della viva collaborazione tra diversi enti per promuovere le attività a Grotta di Fumane negli ultimi trent’anni. La ricerca, infatti, è fatta sì dagli studiosi ma anche da molte altre persone che, fuori dall’ambiente accademico, contribuiscono chi allo svolgimento delle ricerche, chi alle campagne di scavo, chi alla valorizzazione del sito e dei reperti.
Per il compleanno della grotta sono intervenuti rappresentanti del Comune di Fumane, del Museo di storia naturale di Verona, del Polo museale del Veneto, della Regione Veneto, della Comunità montana della Lessinia e, ovviamente, del Mibact.
A dare il via alla conferenza, Marco Peresani, docente di Culture del Paleolitico all’Università di Ferrara e direttore degli scavi a Grotta di Fumane da più di 25 anni. Peresani ha fornito un riassunto della storia delle ricerche, dei protagonisti e degli enti coinvolti, ripercorrendo lo studio della grotta fino ai giorni nostri.
Ha così evidenziato il valore del sito dal punto di vista scientifico, ricordando le numerose scoperte susseguitesi negli anni: la famosa pietra dipinta dello ‘sciamano’, la scoperta dell’esistenza di un comportamento simbolico tra i gruppi umani neandertaliani, il ritrovamento di reperti eccezionali (come i due denti umani) a testimonianza dell’arrivo dei primissimi Homo sapiens in Europa.
Tutti belli coi gioielli
La conferenza è entrata nel vivo con l’intervento di Francesco d’Errico, giunto appositamente dall’Università di Bordeaux. D’Errico ha illustrato le proprie ricerche in molti siti paleolitici del territorio francese -da sempre fonte di confronto con i coevi siti italiani- focalizzate sugli oggetti di ornamento prodotti e utilizzati dai Neandertal.
Poi è stata la volta invece di uno studio sugli ornamenti utilizzati da Homo sapiens, effettuato tramite l’analisi delle numerose conchiglie ritrovate a Grotta di Fumane. Secondo Emanuela Forte, sarebbero state forate e utilizzate come pendenti.
Le due presentazioni hanno suscitato grande partecipazione e hanno dato il via a un interessante dibattito sul rapporto tra Neandertal e Sapiens nell’ambito del comportamento sociale di queste due specie, diverse ma in qualche modo legate, e a stimolanti riflessioni circa l’importanza, per noi Homo sapiens del 2018, di capire e interpretare il comportamento simbolico dei nostri antenati, anche (e soprattutto) se appartenenti a un’altra specie.
Le ultime ricerche
La sessione si è conclusa con l’intervento di tre ex studenti dell’Università di Ferrara che, freschi di laurea, hanno presentato le loro tesi, tutte incentrate su Grotta di Fumane. Ogni tesi analizza una classe differente di materiali. Andrea Perez si è occupato dello studio delle ossa di lupi e volpi cacciati dagli abitanti della grotta a cavallo tra il Paleolitico Medio e Superiore, per capire l’entità dello sfruttamento finalizzato all’ottenimento di pellicce e indumenti.
Lisa Carrera ci ha introdotti allo studio delle avifaune, i cui resti sono ritrovati in grande quantità a Grotta di Fumane, illustrando come la loro analisi sia un fondamentale indicatore del clima del Paleolitico e come la loro presenza possa contribuire a definire la dieta adottata dai cacciatori-raccoglitori neandertaliani.
Da ultima, io ho mostrato come i ritoccatori in osso, anch’essi numerosi tra i reperti estratti dalla grotta, possano essere utilizzati per risalire alla lateralità dell’utilizzatore (per intenderci, se si tratta di un mancino o di un destrimano), caratteristica fisica che presenta numerose implicazioni relative all’evoluzione del cervello della specie umana a partire già dall’uomo di Neandertal.
Dopo aver fatto il pieno di archeologia, si è passati a fare il pieno di cibo e bevande grazie a un ricco buffet accompagnato da una degustazione di vino presso l’Enoteca della Valpolicella a Fumane.
Nella grotta
Nel pomeriggio, gli interessati hanno partecipato alla visita guidata della Grotta di Fumane tenuta da Marco Peresani e da Nicola Nannini: i visitatori si sono immersi nel vivo del sito, ascoltando la storia della grotta e delle ricerche ed entrando a diretto contatto con i livelli archeologici oggetto di scavi e con numerosi reperti raccolti negli anni. Così hanno potuto avere un’idea più concreta di tutti i segreti del mestiere dell’archeologo. Diciamoci la verità: l’archeologia, quella vera, va fatta sul campo. Anche da visitatori.
Per chi non ne avesse avuto ancora abbastanza, la festa è continuata anche domenica 10 giugno, a Fumane, con l’ultima giornata del primo Festival del libro di viaggio e di avventura Sulle Strade.
Come eravamo
Tra una mostra fotografica e un laboratorio per grandi e piccini, si è svolto anche l’incontro con Marco Peresani, questa volta in qualità di autore del libro Come eravamo. Viaggio nell’Italia paleolitica (Il Mulino, 2018): un’esplorazione della nostra Penisola, sotto la guida di un archeologo, alla scoperta delle tappe più importanti della Preistoria, a partire da due milioni di anni fa fino ad arrivare alla nascita dell’agricoltura, senza ovviamente tralasciare quello che la Preistoria rappresenta oggi, dal punto di vista della valorizzazione e della musealizzazione.
Per concludere, è stato proiettato il video-documentario 8000 nonne fa, il lungo viaggio di Homo sapiens realizzato dagli alunni della Scuola primaria di Fumane ‘Bartolomeo Lorenzi’, a sancire lo stretto rapporto instaurato tra il mondo della ricerca che ruota intorno alla grotta e le famiglie e la comunità del comune di Fumane.
Tutto il week-end è stato, in realtà, la celebrazione di questo concetto. Spesso, quando si parla di scienza e di ricerca, si pensa a professori accademici impettiti e a buffi ricercatori con occhiali a lenti spesse, chiusi nei loro laboratori e interessati a scambiare pensieri e idee solo con i loro ‘simili’.
Il Preistoria Festival 2018, all’interno del quale si sono svolte le celebrazioni del trentennale di Grotta di Fumane, è stato invece un’ottima occasione di confronto tra chi studia un periodo così particolare come il Paleolitico e il grande pubblico. Un confronto che molto spesso si rivela ben più stimolante di qualsiasi dibattito nei convegni accademici.
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