Sono cresciuto in un paese nel cuore dell’Aspromonte e le mie radici possono definirsi bizantine. Sono sempre stato affascinato dalle storie davanti al camino (proprio così, come nei migliori film) e soprattutto dalle storie di famiglia, vecchi racconti di ciò che è stato e di uomini che furono.
Scoprire chi fossero i miei avi e cosa avessero fatto, ha suscitato in me un certo interesse verso il passato. Avrò avuto forse dieci anni quando ho cominciato a capire che mi sarei dedicato in qualche modo alla storia.
Amo la montagna, il contatto con la terra. Storia+terra=archeologia: non sarebbe potuto essere diversamente.
Una magnifica ossessione
Nel corso degli anni, la mia ossessione per la storia passata ha preso diverse forme: la collezione di francobolli, di monete, di oggettistica, di documenti antichi, fino alla realizzazione di eventi culturali veri e propri. Perché, in fondo, il fine è e deve essere la salvaguardia della memoria e la ricerca della verità attraverso la conoscenza.
Disegno, fotografo, scrivo e leggo ogni istante che posso, spesso più libri contemporaneamente. Soffermarmi su uno mi ha sempre dato la sensazione di perdermi altro nello scorrere del tempo. Amo l’arte e la letteratura. Be’ avete capito: la cultura nei suoi molteplici aspetti.
Ascolto molta musica e adoro Morricone che spesso accompagna i miei viaggi in macchina o i momenti di riposo in casa. Il tutto fa da cornice al dipinto più bello della mia vita: mia moglie Elena e i nostri due bimbi.
Comunicare la storia
Non ho fatto dello scavo il mio mestiere principale perché è la divulgazione dell’informazione scientifica e storica che ha avuto il sopravvento nella mia formazione. Fra tutti i periodi storici, sento una predilezione per il Medioevo e la vita dei monasteri, spesso forieri di cultura.
Oggi sono un operatore dei beni culturali, amo molto comunicare la mia passione attraverso mostre ed esposizioni tanto legate alla storia quanto all’arte. Amo però soprattutto fare ricerca, perché sono convinto non si debba mai smettere di studiare.
Costruisco alberi genealogici su richiesta e questo mi permette di passare molto tempo negli archivi toccando con mano volumi e documenti antichi, nonché ammirare le meraviglie e l’evoluzione della scrittura.
L’archeologia, però, rimane il mio zenit; dopotutto ha una grandissima similitudine con la vita in sé, perché bisogna scavare, studiare strato dopo strato senza soffermarsi al primo giudizio di superficie, per arrivare in fondo e raggiungere, se possibile, la verità.
Quindi ora tocca a me raccontarvi sempre nuove storie.
Per aspera ad astra!
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