Bologna Museo Archeologico. È di scena Ex Africa. Storie e identità di un’arte universale. Un vero evento annunciato come “l’esposizione sull’arte africana più ampia mai realizzata in Italia”. Ed è ampia davvero, con oltre 270 capolavori che incalzano l’uno sull’altro. Ed è spettacolare: linee, geometrie, sguardi, motivi fantastici colpiscono il visitatore da ogni parte, e non ci si stancherebbe mai di ammirare e scoprire particolari sempre nuovi.
Vera arte
Particolari del rito, perché l’arte africana in mostra è perlopiù arte realizzata a scopo religioso o funebre. O particolari dell’arte vera a propria, perché scopo principale della mostra è rendere omaggio a coloro che, nella seconda metà del secolo scorso, si sono battuti per riconoscere alle realizzazioni dell’Africa subsahariana un valore artistico oltre che etnografico, e ai suoi artisti le loro grandi abilità.
Ex Africa è un omaggio, dunque, a chi ha sfatato luoghi comuni e pregiudizi e ha cercato di individuare la mano di chi ha saputo infondere a particolari sculture o maschere il proprio tocco personale. Primo fra tutti Ezio Bassani – alla cui memoria la mostra è dedicata – che insisteva nel paragonare i maestri africani ai nostri artisti, interpreti originali dei simboli dei poteri e delle religioni d’Occidente.
E’ quindi una mostra tutta da vedere e godere con molta calma. Anche nei racconti che tracciano la storia del nostro sguardo occidentale sull’arte africana e osservano come è mutato col tempo, in contrastanti rapporti tra “noi” e “loro” che giungono fino all’oggi. Viene ricostruita la mostra d’arte africana esposta alla Biennale di Venezia nel 1922, e si ragiona sui motivi del suo insuccesso. Mentre si indagano le influenze dell’arte africana su molti artisti delle avanguardie novecentesche.
Si mostrano anche alcune opere di artisti africani contemporanei. Troppo poche, forse. O forse guardate anch’esse da una lente troppo occidentale. Il dubbio si insinua nel visitatore, che è spinto a interrogarsi su come gli artisti e gli studiosi africani d’oggi si rapportino alla propria tradizione. Vorrebbe avere almeno qualche indizio su una prospettiva che sarà sicuramente diversa e più articolata di quella che la mostra propone.
Ex Africa: ma quale Africa?
Sorge infatti immediato il dubbio che ‘arte africana’ sia una connotazione troppo generale. A guardare le provenienze delle opere in mostra, si nota che vengono per buona parte dalle terre del golfo di Guinea o dal Congo. Insomma un’Africa perlopiù centro-occidentale. Che è già lei stessa patria di mille popoli diversi, ciascuno con le proprie consuetudini e arti. In mostra ci si perde un po’ a passare da un popolo all’altro, tra racconti di riti sempre diversi. Così che alla fine ciò che rimane nella mente è solo la bellezza delle opere. È l’arte, insomma. E lo sguardo occidentale su di essa.
Un’arte che, bisogna dirlo, si sarebbe apprezzata ancora di più con un’illuminazione più adatta. È veramente frustrante dover guardare alcuni oggetti pressoché al buio. E anche le didascalie sono posizionate in luoghi spesso difficilmente leggibili, quando non si trovano addirittura dietro le vetrine, così che non si leggono proprio.
Per concludere: andate, andate e andate a vedere Ex Africa perché è un’occasione da non perdere. Una mostra così, con tanti capolavori generalmente non accessibili al pubblico, difficilmente ricapiterà. E se, com’è accaduto a noi, vi susciterà domande e curiosità a cui non troverete risposta, poco male. Le risposte le cercherete altrove. Se è vero che “dall’Africa arriva sempre qualcosa di nuovo”, come ha scritto Plinio il Vecchio, bisogna assolutamente scovare le vere novità.
Ex Africa. Storie e identità di un’arte universale
Bologna, Museo Civico Archeologico, via dell’Archiginnasio, 2
fino all’8 settembre 2019
Lun, Mer, Giov, Ven: 10.00 – 19.00
Sab e Dom: 10.00 – 20.00 | Mar chiuso
Info: website www.mostrafrica.it, tel. +39.051.4532415.
Catalogo Skira
0 commenti