Mi avvicino all‘ingresso con un misto di cautela e stupore: il mio sguardo non può evitare di muoversi verso l’alto, ammirando la grande piramide. Mi faccio coraggio ed entro nel corridoio, e poi proseguo lentamente fino alla sala centrale. E vedo la scritta là, inequivocabile: “scoperta da G. Belzoni. 2.mar.1818“.
Sono a Giza, in Egitto? No. A Padova, Italia. E la piramide è la ricostruzione, in scala 1:35, di quella di Chefren a Giza, in cui il primo a entrare in epoca moderna fu proprio lui: Giovanni Battista Belzoni, padovano.
Il grande Belzoni
Belzoni è un personaggio che non sfigurerebbe come protagonista di un libro o di un film d’avventura: uomo notevole per il suo bell’aspetto e la sua statura (era alto più di 2 metri), fu circense, avventuriero, ingegnere, diplomatico e sì, pure uno dei pionieri dell’egittologia.
Padova ha deciso di ricordare il suo cittadino illustre con una mostra interessante e innovativa, che racconta vari aspetti dell’antico Egitto tramite le tappe della vita di questo formidabile gigante.
Gli oggetti in mostra vengono dalle collezioni di mezza Europa (Parigi, Bruxelles, Bristol, Gand, Firenze, Torino, Padova stessa), e ciascuno di essi è affiancato ai documenti che spiegano il rapporto con Belzoni, così che i visitatori riescono a immergersi completamente nella sua storia. Dalla nascita nel quartiere padovano del Piovego al trasferimento a Londra, ai viaggi in Egitto dove rimase letteralmente affascinato dalle sue meraviglie, alla morte nell’Africa centro-occidentale che non mise affatto fine alla sua fama imperitura.
La mostra si concentra in particolare sulle quattro imprese più famose di Belzoni: il trasporto della testa colossale del cosiddetto Memnone (in realtà Ramses II) da Tebe a Londra, il diseppellimento del celebre Tempio di Abu Simbel, la scoperta della tomba del faraone Sethi I (padre di Ramses II) e l’ingresso nella piramide di Chefren a Giza, il primo occidentale a farlo.
Un allestimento immersivo
L’allestimento alterna le classiche teche con gli oggetti e i disegni dell’epoca raffiguranti i monumenti egiziani, a un gran numero di installazioni multimediali; ed è proprio questo il punto vincente che rende l’esposizione immersiva e particolarmente godibile e fruibile da tutti.
La stanza che ti catapulta nel mezzo di un teatro con Belzoni circense, il video col trasporto della testa di Memnone, una carrellata dei molteplici déi dell’antico Egitto e la bellissima ricostruzione di un affresco che rappresenta la fauna nilotica, sono solo alcuni esempi di questo ottimo utilizzo delle tecnologie.
Le didascalie, tutte in italiano e inglese, sono chiare e ben comprensibili anche per i non addetti ai lavori: fatto non sempre comune nelle mostre di archeologia. L’esposizione è quindi pienamente godibile anche senza l’ausilio dell’audioguida, disponibile al non modico prezzo di 5 euro.
Infine, il bookshop è ben fornito e vi si trovano, tra l’altro, libri sulla figura di Belzoni, una mini-guida e il catalogo dell’esposizione. Ed è anche possibile stampare il proprio nome scritto con i caratteri geroglifici.
Non è tutto oro…
L’unica pecca della mostra è il prezzo: 16 euro per il biglietto intero e 14 per quello ridotto è un prezzo che può tenere lontana dalla mostra un’ampia fascia dei visitatori, soprattutto se giovani. Se poi si aggiunge l’audioguida, si superano i 20 euro. É decisamente troppo.
L’Egitto di Belzoni
Padova, Centro Culturale Altinate San Gaetano, via Altinate 71
fino al 28 Giugno 2020
info https://www.legittodibelzoni.it/it
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