C’è chi entra nella storia in punta di piedi. Chi invece, come Claudio, vi entra perché i suoi piedi spuntano da dietro una tenda del palazzo imperiale, dove si era nascosto per sfuggire agli assassini di Caligola. Nella tradizione, l’ascesa al trono di Claudio è presentata coma una commedia degli equivoci o una farsa, e in modo farsesco vengono raccontati anche i suoi anni di regno.
Claudio, il nerd della gens Giulio Claudia
Fratello dell’eroico generale Germanico, Claudio viene snobbato dai parenti fin dall’infanzia. Affetto da difetti fisici e balbuziente, viene tenuto lontano dagli incarichi di potere da Augusto e persino dalla madre Antonia. Dotato di un’intelligenza vivace, ma di poca presenza fisica e prestanza, sembra destinato a una vita da erudito noioso e pedante, quasi un antesignano dei nerd. Passa infatti la giovinezza e parte dell’età adulta a studiare con i migliori maestri e a occuparsi di retorica, storia e filologia nella sua biblioteca.
Fatto sta che mentre i parenti si scannano o vengono scannati nelle lotte per arrivare al potere, lui, silenzioso e in disparte, sopravvive a congiure e intrighi di corte. E così, quando il nipote Caligola viene ucciso da una congiura, la vulgata vuole che i Pretoriani, bisognosi di un nuovo principe, eleggano lui quasi per caso.
Un imperatore poco amato dalle fonti
Nelle fonti, a lui sempre poco favorevoli, viene descritto come un uomo che è facile suggestionare e gabbare. Le due mogli, Messalina e Agrippina, lo dominano, i liberti indirizzano le sue scelte politiche, e Claudio appare una nave senza nocchiero che si lascia trascinare dal fato.
Ma fu veramente così? Il libro di Pierangelo Buongiorno ricostruisce minuziosamente le fonti antiche, indaga e incastra indizi disseminati qua e là, e il ritratto dell’imperatore che esce alla fine è molto diverso. Claudio appare come un membro assai scaltro della gens Giulio Claudia e la sua ascesa al trono assai meno casuale e improvvisa di quanto le fonti antiche lascino intendere.
Claudio, un imperatore accorto fra intrighi di corte e congiure del Senato
Ben inserito nella Roma del tempo, anche se sottovalutato a torto dai membri della sua famiglia, Claudio ha saputo barcamenarsi con molto acume fra gli intrighi di corte e le fazioni del Senato. Ha frequentato i circoli della fronda a Caligola, e ha ispirato o almeno non ostacolato la congiura che lo portò poi ad assumere il potere. Ha poi gestito con estrema cautela i rapporti col Senato, non esitando per altro a usare quando serviva il pugno di ferro.
È sopravvissuto a numerose congiure di palazzo, al tradimento della moglie Messalina, agli intrighi di gruppi di aristocratici ambiziosi che speravano di restaurare la ormai defunta repubblica, o sognavano di spodestarlo per iniziare una nuova dinastia. Ha saputo aprire Roma e il Senato alle nuove forze dei senatori provinciali, ha favorito una politica espansionistica in Britannia, si è insinuato in Mauritania e Tracia, alternando campagne militari ad azioni diplomatiche. Pur non essendo nè un politico affascinante né un generale vittorioso, è riuscito a rimanere al potere abbastanza a lungo riuscendo ad approvare grandi riforme, e a dare il via a infrastrutture di importanza strategica come il porto di Ostia.
Un Claudio salvato dagli stereotipi
Il saggio di Pierangelo Buongiorno fa quindi giustizia di molti stereotipi e imprecisioni su questo principe che fu in realtà un ottimo regnante, forse solo troppo poco apprezzato e capito dai contemporanei. In realtà fu uno degli imperatori più accorti fra quanti sono saliti al potere a Roma. Un principe inaspettato, ma di certo non ingenuo o inadatto: forse, semplicemente, un imperatore pieno di sorprese.
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