Siete pronti? Partiamo!
1. L’archeologia pubblica è un contenitore
Il motivo principale è che gli stessi termini ‘archeologia’ e ‘pubblico’ assumono significati e sfumature diverse a seconda del paese e della cultura a cui si fa riferimento. Il loro accostamento richiama poi una miriade di possibili ambiti, che hanno in comune tre aree ben precise: la società, l’economia, la politica.
A che ambiti facciamo riferimento? Per esempio alla comunicazione della ricerca, all’educazione dei bambini al patrimonio culturale, alla gestione dei lavori nel settore pubblico, alla gestione del patrimonio culturale, alla rappresentazione del passato nella società moderna, al coinvolgimento attivo delle persone.
Possiamo quindi dire che l’archeologia pubblica è quell’area di studio e di ricerca, e quella professione, che vuole investigare i rapporti e le interazioni tra archeologia e contemporaneità.
2. Oltre i luoghi comuni
Una definizione così ampia riesce a stimolare la curiosità e orientarci, ma non è sufficiente per fornire un’idea chiara e concreta di che cosa sia l’archeologia pubblica. Questo è uno dei motivi per cui è molto facile incappare in luoghi comuni. Nell’infografica ne abbiamo inseriti alcuni, quelli di cui si parla più frequentemente. Vediamoli da vicino.
Archeologia pubblica non è…
Per fare archeologia pubblica non basta…
3. L’archeologia pubblica è un processo di ricerca e di azione
Ma cosa significa mettere in atto un’operazione culturale? E di che tipo di operazione culturale stiamo parlando?
In quanto scienza, l’archeologia ha un ruolo sociale nel mondo di oggi che non si esaurisce svolgendo e portando a termine uno scavo, e pubblicandone i risultati.
L’archeologo trova il suo posto nella società quando si fa mediatore tra antico e contemporaneo, usando le formule giuste per coinvolgere i cittadini nella riscoperta del proprio passato, facendo in modo che la sua ricerca agisca in modo positivo sull’identità e sui valori della comunità locale. Quando, in sintesi, riesce a far toccare all’archeologia il suo punto più alto: essere a tutti gli effetti una scienza ‘sociale’, una scienza che ha un impatto (positivo) sulla società.
Se archeologia e società contemporanea non hanno punti di contatto e non si alimentano l’una con l’altra, la ricerca rischia di fallire il proprio ruolo di ‘traghettatore’ tra passato e futuro – com’è stato magistralmente definito da Daniele Manacorda nell’ottobre 2003 nella rivista Archeo – per diventare un lavoro sterile, fine a se stesso.
Se invece fin dall’inizio di un progetto di ricerca l’archeologo lavora con i diversi pubblici mette in atto un’operazione culturale complessa, un processo partecipativo di costruzione di conoscenza e identità.
Un qualsiasi progetto di archeologia pubblica è costituito da fasi alterne di ricerca e azione volte a studiare il rapporto tra archeologia e pubblico e a cercare di migliorarlo. Entrambi gli aspetti sono interdipendenti, non possono esistere l’uno senza l’altro. Senza la ricerca manca il fondamento teorico del progetto: chi sono i nostri pubblici, come e perché sono interessati, quali sono le loro aspettative, quale strategie di coinvolgimento adottare, quale aspetto del rapporto con le persone vogliamo migliorare. L’applicazione pratica è l’attuazione di questo processo intellettuale, che ci permette poi anche di valutarne l’impatto ed eventualmente di migliorarlo.
Qual è il ruolo dell’archeologia pubblica in questo processo?
L’archeologia pubblica come disciplina accademica fornisce gli strumenti per strutturare e mettere in atto questa operazione culturale. Non esiste un metodo standard per fare archeologia pubblica: ogni volta, a seconda del contesto sociale, politico ed economico in cui si attua la ricerca, il processo sarà diverso.
In Italia ci sono già diversi esempi, alcuni più strutturati altri più estemporanei; di tutti questi vi parleremo nei prossimi articoli. Stay tuned!
Reading Corner
1. L’archeologia pubblica è un contenitore
- Tim Schadla-Hall, Editorial: Public Archaeology, in European Journal of Archaeology 2 (2), 147-158, 1999
2. Oltre i luoghi comuni
- Martin Carver, Making Archaeology Happen: Design Versus Dogma, 2011, Left Coast Press
- Daniele Manacorda, ‘L’Italia ha bisogno di archeologi’, in ‘Archeo’, numero 10, 2003
3. L’archeologia pubblica è un processo di ricerca e di azione
- Katsuyuki Okamura & Akira Matsuda, New Perspectives in Public Archaeology, 2011, Springer
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