Napoli e gli Assiri: un legame profondo
Cosa ci fanno dei calchi in gesso di rilievi assiri al Museo archeologico di Napoli? Realizzati nell’Ottocento, per di più. E quale legame ha Napoli con i protagonisti della storia del Vicino Oriente? La mostra Gli Assiri all’ombra del Vesuvio, visitabile fino al 16 Settembre prossimo al Mann, parte proprio da questi interrogativi per poi ampliare il discorso agli aspetti principali dell’affascinante cultura assira.
Al secondo piano dell’edificio, nei pressi della Meridiana, e precisamente nelle sale dalla 90 alla 93, i visitatori ammirano subito i calchi, che furono realizzati da Domenico Brucciani nella seconda metà dell’Ottocento a partire dagli originali conservati oggi al British Museum. Li acquistò il celebre orafo, collezionista d’arte e patriota romano Alessandro Castellani, che li affidò all’allora direttore del museo napoletano Giuseppe Fiorelli. Ecco svelato il mistero.
I rilievi riprodotti provengono da due importantissimi siti archeologici sulle rive del fiume Tigri nell’Iraq del Nord: Nimrud, dove il re Assurnasirpal II (883-859 a.C.) volle lasciare un segno imperituro della propria potenza, facendovi erigere il proprio palazzo reale; e Ninive, una delle città più grandi dell’antichità, sede dell’altrettanto prestigioso palazzo di Assurbanipal (668-630 a.C.).
Il palazzo, cuore dell’Impero
Era proprio il palazzo, insieme al tempio, il cuore pulsante della città assira, il luogo da cui il re amministrava il regno e la prova visibile del suo potere. La mostra si concentra quindi sulla vita palatina, esponendo nelle opere d’arte e manufatti provenienti non solo dai due palazzi sopra citati, ma anche dalla reggia di Khorsabad, la città-fortezza fatta edificare da Sargon II (721-705 a. C.).
Oltre a presentare pregevoli reperti archeologici appartenenti alle collezioni di alcuni dei maggiori musei del mondo tra i quali il British Museum, l’Ashmolean Museum di Oxford, i Musei Vaticani e i Musei Reali di Torino (da cui arriva una magnifica testa in bassorilievo di Sargon II), la mostra racconta la civiltà assira anche con l’utilizzo di tecnologie e di modelli esplicativi. Molto significativa è la riproduzione in resina e la ricostruzione in 3D grafica – proposta in video – del palazzo di Ninive.
Inoltre, al costo aggiuntivo di 5 euro (3 euro con riduzioni), si possono affittare degli occhiali a lenti trasparenti – progettati dalla startup AR Tour s.r.l. – che, in specifici punti segnalati all’interno del percorso, consentono di vedere i colori dei bassorilievi in realtà aumentata, alcuni video esplicativi e altre informazioni.
Infine, l’ultima sala presenta una sezione dedicata a Austen Henry Layard, uno dei più grandi archeologi dell’Ottocento, scopritore dei palazzi di Nimrud e Ninive e particolarmente legato a Napoli. Alla città infatti Layard donò un frammento di rilievo e numerosi libri di scavo esposti in allestimento.
Un ottimo punto partenza
Pur non trattandosi di una mostra ampia e completamente esaustiva sulla storia degli Assiri, tuttavia ha il merito di coinvolgere il visitatore non lasciando ‘parlare’ solo i reperti e i pannelli esplicativi, ma dando la possibilità di vivere un’esperienza immersiva.
Gli Assiri all’ombra del Vesuvio
MANN, Museo archeologico nazionale di Napoli
fino al 16 settembre 2019
info https://www.museoarcheologiconapoli.it
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