Carola Susani al CantaLaStoria Festival
Il 20 e il 21 luglio si terrà presso l’antico porto di Classe il festival CantaLaStoria, ideato da Cinzia Dal Maso e Galatea Vaglio della squadra di Archeostorie per conto della Fondazione RavennAntica. Un’occasione – che vi consiglierei di non perdere se siete da quelle parti – per riascoltare storie del passato e per ragionare […]
Il 20 e il 21 luglio si terrà presso l’
antico porto di Classe il festival
CantaLaStoria, ideato da
Cinzia Dal Maso e
Galatea Vaglio della squadra di Archeostorie per conto della
Fondazione RavennAntica.
Un’occasione – che vi consiglierei di non perdere se siete da quelle parti – per riascoltare storie del passato e per ragionare assieme sulla forza vitale che il racconto ha nella vita di ciascuno di noi.
Lo
storytelling non è soltanto la moda del momento, quanto semmai il segno tutto contemporaneo di una rinnovata consapevolezza: siamo tutti “creature narrative” e in quanto tali abbiamo bisogno di ascoltare e raccontare storie, di riannodare i fili che ci legano al passato proprio attraverso le parole.
Questa prima edizione del festival è dedicata al tema delle donne nel racconto storico. Donne il più delle volte costrette a vivere all’ombra dei propri uomini, chiuse tra le mura domestiche, buone soltanto per fare figli e tessere la tela. Donne sottomesse e disperate, ma anche combattive e tenaci, eroiche e appassionate, straordinariamente attuali nella loro modernità.Tra gli autori invitati a riflettere e confrontarsi sul tema – quasi tutte donne tra l’altro – c’è anche Carola Susani, scrittrice che molti probabilmente conosceranno per i suoi romanzi per adulti (pur con incursioni narrative nel mondo dell’infanzia, come in Eravamo bambini abbastanza), ma da tempo impegnata anche sul versante della scrittura di libri di non fiction per ragazzi.
Dopo
Il licantropo e
Cola Pesce (
Feltrinelli Kids), due storie che ruotano attorno all’incontro di un gruppo di amici quattordicenni con creature mostruose, la sua consacrazione come autrice per ragazzi è avvenuta più di recente con
Miti romani e
L’Eneide (
La Nuovafrontiera junior) e con
Susan la piratessa, quest’ultimo pubblicato nella bella collana
Celacanto della
Laterza Editore.
Libri di divulgazione storica, dunque, che sorprendono e affascinano non tanto e non solo per la forza narrativa di cui sono intrisi, ma per la capacità dell’autrice di descrivere la realtà storica senza edulcorarla né esasperarla, lasciando all’intelligenza del giovane lettore il compito di decifrarla.
La fascia d’età 8-13 anni è quella che più mi interessa”, Carola racconta ad Archeostorie. “È un periodo molto interessante perché segna il passaggio dall’infanzia all’adolescenza. Quando scrivo, mi rivolgo proprio a questi bambini che si accingono a diventare adolescenti. Non riuscirei a scrivere per bambini più piccoli, non ne sono capace, per ora. Poi in futuro si vedrà.”
Carola Susani e la scrittura divulgativa per ragazzi
Come ci si approccia a questo tipo di scrittura divulgativa? Qual è il lavoro che uno scrittore deve fare per non cadere nel facile tranello della pura e semplice riscrittura, adattata al giovane pubblico, delle storie e dei miti antichi?
“L’invenzione della storia è preceduta da un lungo lavoro documentario, che io conduco a partire dalle fonti secondarie. Nel caso di “Miti romani”, per esempio, ho riletto i testi di Ovidio, Virgilio, Tito Livio, Dionigi di Alicarnasso. Per “Susan la piratessa”, invece, mi sono ispirata alla vita di due piratesse realmente esistite nel Settecento: Anne Bonny e Mary Read. Il lavoro documentario è necessario per poter ricostruire un contesto storico e sociale che sia attendibile, non falsato. Poi, al suo interno, mi diverto a collocare personaggi di pura fantasia, che cerco spesso tra le mie esperienze vissute.”
Per Susani, dunque, è fondamentale puntare su una scrittura che sia fedele al dato storico e che rifugga sia dai toni troppo morbidi e indulgenti nei confronti di personaggi e vicende, sia dai compiacimenti verso situazioni troppo violente. Una scelta di oggettività non casuale che parte anche dall’uso meditato del linguaggio, talora arricchito di termini mutuati dal contesto storico di riferimento e utilizzati proprio per ricreare la temperie culturale del periodo narrato.
“La divulgazione per ragazzi non è calare informazioni dall’alto, ma trovare un linguaggio condiviso, proprio per questo implica un grande rispetto nei confronti dei giovani lettori che vanno presi sul serio, senza bamboleggiare.”
Carola Susani: autrice di Miti romani e dell’Eneide (LaNuovafrontierajunior)
Al centro dell’incontro di cui Susani sarà protagonista a Ravenna assieme a Cinzia Dal Maso e alla talentuosa illustratrice di Miti romani e dell’Eneide, Rita Petruccioli, vi sarà proprio il racconto di una delle vicende più drammatiche dell’antica storia di Roma: il ratto delle Sabine.
Copertina di “Miti Romani”
Come spiegare ai bambini che questi giovanotti romani “scavezzacollo” rapirono in massa le figlie dei Sabini solo perché volevano riprodursi, imponendosi dunque come mariti indesiderati? Come raccontare quello che fu un vero e proprio atto di violenza collettiva? Ebbene, la Susani ci è riuscita benissimo senza scadere nel retorico né nel truce, ma soffermandosi piuttosto sulla grande dignità e intelligenza di queste donne che non solo accettarono di mettere al mondo e allevare figli nati dalla violenza, ma insegnarono anche a questi uomini rudi e prevaricatori l’arte della pace.
“Le donne avevano trasformato un rapimento, roba da selvaggi peggio delle bestie, in un legame. Si erano in messe in mezzo, avevano indicato ai Romani e ai Sabini la strada per la vita regolata.”
Una violenza, dunque, che si trasforma in opportunità e che soprattutto dà vita al futuro di Roma, e tutto questo grazie alla lungimiranza delle donne, a cui gli stessi Romani sono costretti a riconoscere la capacità di intervenire e risolvere le controversie quando il gioco si fa duro.
Né più né meno quello che accade ancora oggi. È facile prevedere che a Ravenna il dibattito sul “tempo delle donne” sarà molto animato e stimolante. Soprattutto se ci saranno uomini nell’uditorio pronti ad esprimere il proprio parere in merito.Ma cosa rappresenta, per un autore, la scrittura destinata ai più piccoli?
L’Eneide raccontata da Carola Susani.
“Scrivere per ragazzi mi diverte tantissimo e mi rilassa. Tuttavia non potrei mai dedicarmici completamente”, confessa Susani. “Ho bisogno di tornare alla scrittura per adulti, forse perché così posso restituire quanto ho appreso attraverso quello che scrivo. È una forma di compensazione.”
Attualmente Carola Susani sta lavorando a due progetti di scrittura. Il primo è una guida di Roma, per Lozzi Editore, che propone una carrellata di personaggi romani dall’antichità ai giorni nostri, da Romolo a Pasolini, associati a luoghi altrettanto emblematici della città. Il secondo, invece, è una riscrittura dell’Odissea per la Nuovafrontiera junior, in cui il racconto è incentrato sul rapporto tra Ulisse e suo figlio Telemaco.In attesa di godere di queste nuove storie di carta, consiglio di andare ad ascoltare dal vivo il 20 luglio Carola Susani a Ravenna. Non ve ne pentirete e resterete incantati dalla sua affabulazione – come è accaduto a me – e dalla sua capacità di penetrare nella mente dei personaggi, di scandagliarne intenzioni e sentimenti, descriverne gli atti eroici ma anche le grandi debolezze.
Forse, a ben vedere, questo è il modo migliore per provare a “riappassionare i ragazzi alla storia.”
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Fino a qualche anno fa era un’archeologa come tante, divisa tra scavo e ricerca. Poi ha provato a unire le sue passioni: l’archeologia, i libri, la didattica. E allora è diventata un’archeologa che scrive storie, che si sporca le mani di terra assieme ai bambini, che ogni giorno s’inventa il modo per comunicare a grandi e piccoli la bellezza del nostro patrimonio.
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