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Penelope, Circe, Calipso e le altre: l’Odissea raccontata dalle donne - Archeostorie Magazine

Penelope, Circe, Calipso e le altre: l’Odissea raccontata dalle donne

24 Marzo 2020
Cosa provavano e pensavano i personaggi femminili dell’Odissea? Marilù Oliva ce lo racconta

Parola alle donne

Chi di voi ha seguito il consiglio, nella mia precedente recensione, di leggere Il silenzio delle ragazze di Pat Barker, si troverà piacevolmente, e doppiamente, sorpreso nell’immergersi nelle pagine de L’Odissea raccontata da Penelope, Circe, Calipso e le altre di Marilù Oliva.

Il libro racconta il viaggio più famoso della mitologia greca e della letteratura occidentale, lasciando totalmente le redini della narrazione ai personaggi femminili della vicenda.

Non viene dimenticata nessuna delle peripezie dell’astuto Ulisse durante il suo ritorno a Itaca, dove ad aspettarlo c’è l’imperturbabile e fedele Penelope, donna tra tutte le donne.

Il re impiega dieci anni, una volta ripartito da Troia conquistata grazie al suo ingegno, per mettere nuovamente piede sulla terra natia, e vive straordinarie avventure, intrecciando più volte il suo destino con quello di donne affascinati.

A volte, vere e proprie divinità.

Ma il suo desiderio costante resterà quello di tornare tra le braccia dell’unica donna davvero importante per lui.

Sui passi di Omero

Oliva, saggista e docente di lettere, non segue l’ordine cronologico delle vicende dell’eroe ma catapulta il lettore nel pieno della storia, rifacendosi quindi alla struttura originale del poema di Omero.

La prima delle figure femminili a narrare del suo incontro con Ulisse è dunque Calipso.

Lei lo ama davvero – “Odisseo è insostituibile” afferma – e dopo sette anni in cui ha potuto tenere in dolce prigionia il re di Itaca, si dovrà arrendere alla volontà divina di vederlo riprendere il mare.

Lo strazio e la tristezza di Calipso traspaiono da ogni riga del suo racconto. In pieno contrasto con la fredda lucidità dell’uomo che, pur stando ogni notte tra le braccia di quella magnifica donna, freme per raggiungere il suo obiettivo finale.

La descrizione degli eventi che hanno preceduto la ‘prigionia dorata’ si compie attraverso il successivo incontro con la giovane e dolce Nausicaa, la principessa figlia di Alcinoo, re dei Feaci.

Sarà grazie all’ospitalità del padre della ragazza che Ulisse rivelerà la sua identità, raccontando le avventure vissute insieme al suo equipaggio (come per esempio il famoso incontro con il ciclope Polifemo), e chiederà aiuto, con successo.

leggi anche: L’ODISSEA RACCONTATA AI BAMBINI

Una dea per amica

Particolarmente interessanti, ben strutturati e capaci di aumentare il ritmo della narrazione sono i tre ‘Intermezzi’ in cui conquista la scena la dea Atena. La divinità vigila da sempre su Ulisse e sulla sua famiglia, ed è fondamentale nell’ultimo, concitato scontro finale con i Proci.

Attraverso il suo racconto, il lettore viene catapultato in momenti fondamentali anche della vita a Itaca durante l’assenza di Odisseo, dove lei si fa carico di proteggere e aiutare il figlio di lui, Telemaco.

E nell’incontro tra Telemaco e Menelao, in cui i due ricorderanno le vicende della guerra di Troia, il suo pensiero sarà rivolto anche a Elena, cercando di riabilitare la sua immagine: “La contemplo senza giudizio, in fondo è così facile condannare, ma chi ha sbagliato è già punito dalla storia in cui è imprigionato”.

Ritorno a casa

Gli ultimi due capitoli si svolgono finalmente a Itaca.

Il primo è affidato alla voce di Euriclea, la vecchia schiava e nutrice di Ulisse.

A Itaca si assiste tra l’alto a uno dei momenti più delicati della storia, quando il tenero Argo, fedele amico a quattro zampe ormai estremamente vecchio, riconosce immediatamente il suo padrone, anche se ancora nascosto sotto le spoglie di un malconcio mendicante. Attende proprio quel momento per potersi finalmente abbandonare a un sereno ed eterno riposo.

Ma tutto il capitolo è pervaso da un clima di commozione, perché anche Telemaco e Euriclea stessa riconoscono alla fine il re, contenendo a stento la loro felicità.

Il capitolo finale, ovviamente nelle mani di Penelope, è un crescendo costante di emozioni: curiosità, ansia, stupore e, infine, amore.

Ulisse recupera finalmente il suo trono, ritrovando i suoi cari e colei che alla fine gli ricorderà che “ci sono sempre stata”.

Immersi nella storia

Le vicende dell’Odissea sono state raccontate più e più volte. Ma la capacità principale di Oliva, evidente già dopo poche pagine del libro, è quella di far entrare totalmente il lettore nella narrazione, e fargli dimenticare che in realtà la storia la conosce già.

Le sensazioni provate dalle donne durante i loro incontri con Ulisse diventano quasi tangibili, ed è difficile non provare empatia per loro.

Inoltre il libro offre spunti importanti su temi estremamente attuali, perché in fondo il re di Itaca è, tra le altre cose, un migrante.

E queste parole, inserite come riflessione della giovane e pura Nausicaa, fanno sicuramente riflettere: “Nessun migrante è un uomo qualunque, nessuno merita di essere ignorato. Dietro ogni esule si nascondono storie che tutti dovremmo ascoltare attentamente, perché potrebbero ribaltare ogni pregiudizio”.
Ogni storia merita di essere ascoltata.

E quella di Ulisse lo sarà in eterno.

 

Marilù Oliva
L’Odissea raccontata da Penelope, Circe, Calipso e le altre
Solferino, 2020, pagine 224, euro 16,00

Autore

  • Francesco Nocito

    Archeologo con la passione per la fotografia e la musica. Attualmente lavora come operatore museale per CoopCulture, e come libero professionista offre consulenza in comunicazione digitale per i beni culturali. Ama leggere e guardare film. Per rilassarsi scrive, oppure s’infila un paio di scarpe da corsa e va avanti fino a quando il fiato regge. Ogni volta che può, mette in una borsa il minimo indispensabile e la macchina fotografica, e parte alla scoperta di luoghi nuovi.

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