Aprire Demoni, mostri e prodigi di Giorgio Ieranò (Sonzogno 2017) significa trovarsi di fronte improvvisamente vampire sexy che assumono l’aspetto di donne affascinanti per bere il sangue di giovani sprovveduti, ninfe che rapiscono bambini e giovani trascinandoli nel profondo dei fiumi o dell’Ade, centauri e arpie spaventose, sfingi che tormentano città con terribili enigmi. I Greci e la loro mitologia, in questo libro, non sono certo i Greci che siamo abituati a conoscere.
L’agile volumetto divulgativo, scritto in maniera semplice e accattivante, affronta infatti un tema che il pubblico di massa conosce poco: quei personaggi mostruosi e spaventosi dell’immaginario greco che sono i diretti antesignani dei vampiri di Twilight o di Anne Rice, dei mostri di Steven Spielberg e dei cavalieri interstellari di Lucas.
Demoni, mostri e prodigi sono fra noi
Ma cosa sono i mostri e da quanto sono fra noi? L’immagine della classicità più diffusa è quella di un luogo razionale e ameno, dove satiri, ninfe e amorini scherzano e giocano come in una scena di Fantasia di Walt Disney. Gli scenari gotici, le maledizioni, le case infestate dai fantasmi dalle catene cigolanti, i vampiri e i licantropi fanno parte dell’immaginario gotico o dello stereotipo romantico, e sono insomma un parto del mondo moderno e contemporaneo.
Invece Giorgio ieranò, che è uno studioso di letteratura greca (insegna infatti all’Università di Trento), smette i panni del cattedratico e veste quelli di un Virgilio per condurre il lettore in un viaggio fra i demoni e i mostri dell’antico. Si diverte a passare in rassegna i mostri greci e romani, che sono terribili, affascinanti e soprattutto numerosissimi.
Gli antichi vivevano in un universo pauroso ed oscuro, irto di pericoli e di creature ambigue pronte a ghermire i malcapitati che si avventurano in territori sconosciuti, come Ulisse, ma anche a infestare case di città come fantasmi e a tendere insidie come demoni dai mille travestimenti. In questa dimensione mostruosa anche le figure più familiari, come le ninfe dei boschi, possono trasformarsi in pericolose adescatrici, e basta un nulla per essere divorato da un’arpia o pietrificato da Medusa.
Freud e Jung e i mostri dell’inconscio
Ieranò scandaglia i legami dei mostri con la modernità, ma anche con l’inconscio: affronta il problema di cosa sia il ‘mostro’ che per gli antichi non è solo una emanazione del male, ma anche un prodigio, qualcosa di indefinito e di magico che vive sul confine fra mondi diversi, l’umano e il divino, e alle volte gioca fra i due e diventa un messaggero fra l’uno e l’altro. Freud e Jung si rivelano così attenti lettori dell’antico e anche suoi ideali prosecutori, perché colgono il lato oscuro dei miti e lo trasformano in archetipo moderno. Il mostro antico, ma anche quello moderno, è qualcosa che si distingue e si differenzia dall’ordine naturale e pertanto ha anche una conoscenza diversa e forse più approfondita del cosmo. È una creatura di Frankenstein che ha nature differenti mischiate assieme, e per questo sa essere assieme spietato e ingenuo, animalesco e razionale. È mostruoso perché prima di tutto sfuggente e ambiguo, inafferrabile.
Harry Potter e Star Trek sono i discendenti dei mostri antichi?
Dalle Sirene assassine agli ibridi come Echidna, dalle Empuse antenate dei Mutaforma di Harry Potter, a Cerbero, ai fantasmi di cui discutono serissimi politici romani come Plinio il Giovane e Licinio Sura, il libro di Ieranò è una fantastica (è il caso di dirlo) carrellata fra i sogni e gli incubi degli antichi, che poi sono anche i nostri. Le stesse storie e spesso anche gli stessi protagonisti riemergono oggi ai confini della galassia con Star Trek oppure a Hogwarts.
Perché vedendo quanto siano simili e rimangano uguali i mostri del nostro immaginario, alla fine si giunge alla conclusione che gli uomini sono sempre spaventati e affascinati dalle stesse cose, che si ripresentano nei millenni. E un mostro, come un diamante, è per sempre.
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