Sono archeologa del Vicino Oriente Antico, e appena ho saputo che era in programmazione nella mia città uno spettacolo teatrale su Gilgamesh – argomento quanto mai insolito per i teatri italiani – sono corsa a prendere il biglietto.
Un re per tre attori
Gilgamesh, “colui che vide ogni cosa, colui che apprese e che fu esperto in tutte le cose, che raggiunse la più profonda conoscenza, che apprese e fu esperto di tutte le cose”, è il mitico re della città mesopotamica di Uruk e protagonista del più antico poema epico arrivato fino a noi.
Nello spettacolo Gilgamesh – l’epopea di colui che tutto vide, i tre attori – Giovanni Calcagno, Luigi Lo Cascio, Vincenzo Pirrotta – si alternano sul palco quasi senza soluzione di continuità, in un susseguirsi di letture, interpretazioni e azioni che ricostruiscono le avventure di Gilgamesh e del suo compagno e amico Enkidu. L’esperienza è immersiva per lo spettatore grazie alla scenografia minimale, che ricostruisce l’ambiente arido e desertico della Mesopotamia con la sua architettura di argilla e i suoi colori ocra, e alle musiche suggestive di Andrea Rocca. I video di Alessandra Pescetta, che mostrano rilievi e statue provenienti dal Vicino Oriente, accompagnano invece visivamente la storia.
Gilgamesh e il segreto della vita
La versione scelta dell’epopea di Gilgamesh è quella ‘classica’ babilonese, canonizzata attorno al primo millennio a.C., nella quale si narra dell’incontro tra Gilgamesh e il suo doppio selvaggio Enkidu, delle loro avventure nella Foresta dei Cedri e contro il Toro Celeste, per terminare con la ricerca da parte del protagonista del segreto della vita eterna. Il fascino dell’epica sta nel toccare elementi archetipici dell’essere umano che sentiamo ancora nostri: l’amicizia, l’amore, il coraggio, la paura della morte e il vano tentativo di sfuggire a una fine ineludibile.
Proprio per questo Calcagno, Lo Cascio e Pirrotta sono al contempo narratori e personaggi del racconto, e la storia risulta comprensibile anche per un pubblico che non ne conosce la trama. Unica pecca di uno spettacolo veramente suggestivo, sono le poche frasi in dialetto siciliano che in concomitanza con musica ed effetti sonori fanno perdere la comprensione del testo e trasportano lo spettatore nell’Italia del XXI secolo più che nella Mesopotamia del 2000 avanti Cristo.
Applausi infiniti
In conclusione, Gilgamesh – l’epopea di colui che tutto vide è piacevole e affascinante, recitato magistralmente e decisamente consigliato sia per chi conosce bene la narrativa epica, sia per chi vi chi si affaccia per la prima volta e sarà sicuramente tentato di approfondirla. I fragorosi applausi e le tante grida di “bravi” al termine della Prima a Modena, sono stati il chiaro indice dell’apprezzamento di tutto il pubblico.
Gilgamesh. L’epopea di colui che tutto vide
Con: Luigi Lo Cascio, Vincenzo Pirrotta, Giovanni Calcagno
Testo e regia: Giovanni Calcagno
Composizioni video: Alessandra Pescetta
Musiche originali: Andrea Rocca
Disegno luci: Vincenzo Bonaffini
Consulenza scientifica: Luca Peyronel
Prodotto da: Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale
Infos e tappe della tournée: https://emiliaromagnateatro.com/production/gilgamesh/
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