Lo sguardo di Medusa di Natalie Haynes è un libro spiazzante.
In teoria sai tutto. Conosci la storia della bella Gorgone trasformata in mostro da Atena e decapitata da Perseo. Sai che l’autrice sta decisamente dalla parte di Medusa, convinta che subì violenza da Poseidone e non si unì volontariamente con lui, nel tempio di Atena. Quando dunque la dea la punisce per aver osato violare il suo luogo sacro, non è una punizione ma una violenza che si assomma alla precedente. Medusa è vittima due volte, prima di essere uccisa da Perseo.
Un poema epico moderno
Dunque sai tutto, eppure cominci a leggere della guerra degli dei contro i titani e della nascita di Atena, e rimani subito perplessa. Cosa c’entrano con Medusa? Haynes la prende alla lontana, pensi, molto alla lontana. E quando passi alla storia di Zeus e Danae e alla nascita di Perseo, e persino alla lotta tra Atena e Poseidone per l’Attica, capisci che è proprio così. Però devi arrivare alla fine del libro per avere chiaro il quadro: Natalie Haynes non ha scritto un racconto ma un poema epico. Ha costruito un’epica dove non c’era, unendo tra loro racconti indipendenti l’uno dall’altro, anche se hanno fili comuni.
La struttura polivocale è simile a quella del Canto di Calliope, il romanzo in cui Haynes ha mirabilmente raccontato la guerra di Troia dal punto di vista delle donne, anziché degli uomini in armi. Le donne che patiscono le conseguenze della guerra anche più degli uomini, ma conservano sempre dignità e coraggio per resistere e guardare oltre. Perché loro sanno che la guerra devasta comunque tutto e tutti, vincitori e vinti. Il Canto di Calliope è una grandiosa e indimenticabile epica al femminile.
Segue però un solco già tracciato. Mentre ne Lo sguardo di Medusa Haynes ha voluto immedesimarsi in un aedo antico e costruire lei stessa l’epica, scavando a fondo nei meandri del mito. Per questo ti lascia contraddetta, ti spiazza, e a volte anche ti confonde. Le storie le sai, ma non sai come lei le abbia incastrate tra loro. E fino all’ultimo non sai dove vada a parare.
Personaggi scolpiti
Tuttavia non c’è troppa tensione narrativa, ed è forse il vero difetto del romanzo (o della traduzione italiana?). Tanto è lo sforzo per dare al racconto l’afflato dell’epica, che la tensione un po’ si perde. Non suscita insomma una lettura vorace, nonostante la curiosità. Ma in fondo poco conta, di fronte a una caratterizzazione dei personaggi così viva e spietata che lascia senza fiato.
Atena: brava e intelligente come pochi, ma supponente e arrogante e assolutamente insopportabile. Poseidone: potente ma in modo subdolo, è il numero due e compensa la mancanza di autorità con l’abuso della forza. Perseo: egoista e pusillanime, eroe per caso, incapace di qualsiasi azione senza la mamma o gli dei appresso; inutilmente forte, si fa coraggio solo con la testa di Medusa in mano, ma la usa a sproposito; e solo una terrorizzata Andromeda poteva innamorarsi ciecamente di lui.
Tra protagonisti dai lati biechi oppure oscuri, e comparse di minimo valore, si ergono immense le Gorgoni. Sono mostri e spaventano coi loro artigli, le zanne, le ali. Ma sono anche sorelle che si prendono cura l’una dell’altra e soprattutto di Medusa, la sola bella e mortale delle tre. E il loro mondo tra terra e acque, all’occidente estremo, è selvaggio ma grazie a loro diventa realmente umano. Dai loro artigli bestiali e spietati emerge il loro grande cuore, mentre è chiaro che l’orrore e la violenza sono altrove.
Lo sguardo di Medusa è femminista
Le Gorgoni alla fine sono sconfitte. Ogni loro cura è stata inutile di fronte agli inganni di Perseo e degli dei al suo fianco, e Medusa è trasformata in mostro e decapitata. Ma sono loro le vincitrici morali. Indiscutibilmente. È la sorellanza a vincere. Quella sorellanza che ha reso forte ognuna di loro. Persino Medusa, la piccola fragile mortale. La sua testa mozzata dallo sguardo che uccide, saprà tramare un’ultima sofisticata vendetta.
Nessuno spoiler. Alla fine, Lo sguardo di Medusa vi sorprenderà.
Natalie Haynes
Lo sguardo di Medusa
traduzione di Ginevra Lamberti
Sonzogno, 2022, pagine 330, euro 19,90
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