In occasione della Giornata contro la violenza sulle donne di quest’anno, abbiamo raddoppiato l’Archeritivo settimanale con una puntata speciale. Il nostro Francesco Nocito ha intervistato Silvia Romani, docente di Religioni del mondo classico e Mitologia classica all’Università Statale di Milano. Tema: le radici della violenza di genere nel mito e nella storia antica.
Romani è infatti co-autrice, insieme all’attrice Elisabetta Vergani e alla musicista Sara Calvanelli, della pièce teatrale Lucrezia e le altre, dal mito le origini della violenza di genere (da poco anche un film) che racconta come la violenza contro le donne sia connaturata nel mito e sia alla base della stessa cultura occidentale. Apollo e Dafne, Crono e Gea sono solo alcuni dei protagonisti di uno spettacolo che, senza esprimere alcun giudizio, ripercorre i racconti coi quali siamo cresciuti con l’obiettivo di renderci tutti più consapevoli.
Violenza di genere: stereotipi antichi che sopravvivono oggi
“Colpisce che le donne antiche siano convinte della legittimità della violenza”, afferma Romani parlando per esempio del ratto delle Sabine, uno dei miti su cui si fonda l’intera storia di Roma. Convincimenti e stereotipi che durano purtroppo ancora oggi. Durante la chiacchierata si è parlato anche molto dell’attualità e dei fatti di cronaca recente: di un presente in cui molti uomini e donne continuano a sentirsi in dovere di giustificare e accettare la violenza di genere, nonostante i tempi e il contesto siano molto cambiati rispetto a quelli del mito.
Ma non esistono proprio esempi positivi da cui prendere spunto per evolverci? “Forse Ettore”, continua Romani. Il principe, ed eroe difensore della città di Troia, pare aver instaurato con la moglie Andromaca un rapporto di affetto autentico. O almeno, così pare leggendo i versi di Omero.
Come cambiare un sistema radicato da millenni? Come provare a (ri)educare gli uomini e le donne di oggi? “Credo profondamente che l’umanità debba essere nutrita di consapevolezza, e che serva una visione comunitaria. La rete di amicizie femminili e l’educazione nelle scuole possono fare moltissimo”.
E’ stata una chiacchierata veramente importante. Se l’avete persa, potete rivederla cliccando qui.
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