Così a Ravenna tutti i servizi di ospitalità, promozione, biglietteria e visite guidate saranno affidati, su proposta comunale, alla Fondazione RavennAntica che già gestisce in toto le bellezze antiche della città, dal Parco archeologico di Classe (e il relativo Museo che aprirà nel 2018) al Museo TAMO, la Domus dei Tappeti di pietra, la Cripta Rasponi e i suoi Giardini pensili. La sua offerta si arricchirà delle bellezze più famose della città, quelle bizantine di proprietà statale, ma anche della tomba di Dante e del MAR, il Museo d’arte della città, entrambi di proprietà comunale. Vedremo cosa saprà fare in termini di promozione ma anche di agevolazione della visita, con bigliettazione unitaria o chissà che altro. Siamo veramente curiosi di capire come si articolerà questa grande offerta unitaria cittadina di turismo culturale, e saremo attenti a valutarne i risultati.
Mancano all’appello, è vero, gli importantissimi beni della Curia: parliamo del Duomo, di Sant’Apollinare Nuovo, delle meraviglie di San Vitale e del mausoleo di Galla Placidia. Però l’accordo firmato lunedì è aperto, ed esprime esplicitamente la volontà di aprire il partenariato anche ad altri soggetti, pubblici e privati, e di coinvolgere anche i Comuni vicini. Si sta profilando insomma una corazzata romagnola dell’offerta turistico-culturale territoriale, un po’ – ci verrebbe a dire – sulla scia di quell’offerta di turismo balneare che ha fatto da modello per oltre un secolo. Sarà ovviamente un’offerta più moderna, per un turismo lento e sostenibile, e vedremo se saprà costruire un modello altrettanto duraturo. Di certo ha aperto una via che speriamo anche altri vogliano percorrere.
E Roma, intanto? Roma dove le questioni proprietarie sono più complesse e intricate che altrove. E dove, soprattutto, il cuore stesso della città antica, i Fori della Roma caput mundi, sono separati tra proprietà statale e comunale. Il turista deve entrare da una parte, visitare, e poi uscire ed entrare dall’altra, se vuole avere un’idea del tutto. Con doppio biglietto, ovviamente. E non si raccapezza. Anzi non capisce proprio. La lista delle proposte di unificazione dei Fori è lunga, e se ne parla sin dall’Ottocento quando Roma divenne capitale. Si parla ma non si agisce. Anche se dal primo gennaio di quest’anno c’è una bella novità: ogni prima domenica del mese – le domeniche a ingresso gratuito – i cancelli vengono aperti e si vaga liberamente ovunque nei Fori. Ma è novità temporanea e circoscritta. È poca cosa, debole e flebile. Chissà se durerà. E intanto altrove, di là del Rubicone, la corazzata turistico-culturale romagnola avanza.
Nella foto di copertina, il museo TaMo di Ravenna © www.tamoravenna.it
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