Maledetti Toscani! Se non ci fossero bisognerebbe inventarli. Perché le origini non sono acqua, e loro cultura e mecenatismo ce l’hanno nel Dna.
Nel 2012 infatti avevano avviato, con due anni di anticipo rispetto all’Art Bonus (Lg. 106/2014), una specifica politica fiscale (L.R. 47/2012) che prevedeva un credito d’imposta sull’IRAP (l’imposta regionale sulle attività produttive) pari al 20% delle elargizioni liberali effettuate a favore del patrimonio culturale e paesaggistico toscano.
Questa legge, però, funzionava poco e male: aveva limiti che dovevano essere superati. Così il 28 marzo scorso, il Consiglio regionale ha approvato una nuova legge sulle Agevolazioni fiscali per il sostegno della cultura e la valorizzazione del paesaggio in Toscana, già nota come Art Bonus Toscana (L.R. 18/2017).
A presentare la nuova legge è stato il consigliere piombinese del Pd Gianni Anselmi, Presidente della Commissione ‘Sviluppo economico e rurale, cultura, istruzione, formazione’, che abbiamo incontrato nel suo ufficio a Firenze, per farci spiegare nel dettaglio come funziona il nuovo Art Bonus Toscana.
Art Bonus Toscana: agevolazioni fiscali per beni sia pubblici che privati
“Si tratta di un’agevolazione fiscale sulle erogazioni liberali effettuate a favore di progetti di promozione e valorizzazione del patrimonio culturale, pubblico e privato, e del paesaggio della Toscana”, spiega Anselmi.
Gli interventi ammissibili sono riconducibili a due tipologie principali: i progetti di interesse regionale, coerenti con gli indirizzi strategici contenuti nel DEFR (Documento di economia e finanza regionale), e quelli già compresi nell’Art Bonus nazionale.
Per quanto riguarda il primo tipo, sarà ogni anno la Giunta regionale a scegliere, tra i progetti presentati, quelli che potranno beneficiare degli sgravi fiscali. Criteri preferenziali per essere selezionati saranno la presentazione del progetto da parte di un ente locale e la necessaria ricaduta economica, culturale o paesaggistica a livello sovracomunale. “Ma la novità più interessante – sottolinea Anselmi – riguarda il fatto che mentre l’Art Bonus nazionale è dedicato esclusivamente ai beni di proprietà pubblica, la legge toscana prevede agevolazioni fiscali anche per le donazioni a favore di progetti su beni culturali o paesaggistici di proprietà privata”, purché approvati dalla Giunta. Si tratta di uno straordinario passo avanti, che ci auspichiamo venga presto recepito anche a livello nazionale.
Come funziona
Gli sgravi fiscali corrispondono a un credito d’imposta, ovvero uno sconto sull’IRAP pari al 40% della donazione per i progetti del primo tipo e del 20% per quelli del secondo, cumulabili in questo caso con le detrazioni previste dall’Art Bonus.
“Il credito d’imposta complessivo riconosciuto dalla Regione – puntualizza Anselmi – è di un milione di euro l’anno, da dividere al 50% sulle due tipologie di progetti, rispettando i limiti del regime ‘de minimis’ previsto dalla normativa comunitaria”.
L’IRAP però è un’imposta sulle attività produttive e quindi la pagano società, pubbliche amministrazioni e persone fisiche dotate di partita IVA. Il privato cittadino in questo caso non gode di alcun beneficio fiscale, al contrario di quanto avviene con l’Art Bonus nazionale che, incidendo sull’IRPEF – la tassa sul reddito delle persone fisiche – riconosce un’agevolazione fiscale a tutti i mecenati. Oltre ai progetti, per poter beneficiare delle agevolazioni, anche i mecenati dovranno avere sede legale o stabile organizzazione in Toscana. E poiché il credito disponibile è limitato, dovranno prenotare le proprie agevolazioni: per capirci, finito il milione finite le agevolazioni. I beneficiari, infine, potranno essere enti pubblici o soggetti privati senza scopo di lucro, come le associazioni.
“L’obiettivo della legge – conclude Anselmi – è quello di aumentare la qualità e la quantità dei progetti culturali in Toscana, per rafforzare il cosiddetto federalismo culturale. Ognuno dovrà fare la propria parte: le imprese toscane dovranno investire sul territorio, gli enti pubblici dovranno proporre progetti e segnalare le opportunità ai soggetti interessati. Agevolare gli investimenti sul patrimonio paesaggistico e culturale rientra nella nostra idea di sviluppo e di crescita economica e sociale. Una sfida che si vince tutti insieme”.
Non resta dunque che darsi da fare!
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