Mirabilia maris: cosa aspettarsi dalla mostra
In effetti, come ricorda il Soprintendente del mare Sebastiano Tusa, “non bisogna mai dimenticare che anche il mare può raccontare storie, ma sono sovente storie legate alle tragedie umane: navi naufragate nelle tempeste, scagliate contro le coste rocciose o affondate in battaglia. E’ da queste tragedie che provengono i tesori che ammiriamo.” Una consapevolezza che si riaffaccia ancor più prepotente osservando alcuni esemplari di un tesoretto di oltre 3.000 monete coniate a Cartagine e rinvenute al largo di Pantelleria. Erano gli anni tra il 264 ed il 241 a. C., la città punica era in piena guerra con Roma. Le monete erano probabilmente destinate a pagare le truppe o le provviste, ma dopo un solo giorno di navigazione non giunsero mai a destinazione e furono ingoiate dai flutti insieme al relitto e all’equipaggio. Una doppia tragedia, per l’equipaggio e per chi sperava in un rifornimento che non sarebbe mai arrivato. Ancora una volta la protezione della divinità – Astarte in questo caso, la cui testa è raffigurata su un lato delle monete – non ha potuto nulla contro la violenza della natura. Il nostro viaggio avanza poi di poco nel tempo e nello spazio. Siamo nelle acque a nord di Trapani da dove sono emersi dieci rostri in bronzo (tre dei quali esposti) appartenuti alle navi che parteciparono alla violenta Battaglia delle Egadi che sancì la fine della prima guerra punica. Una puntuale ricostruzione ci riporta a quel 10 marzo del 241 a.C.: sembra quasi di sentirli, Lutazio Catulo e Annone, comandanti rispettivamente della flotta romana e di quella cartaginese, mentre incitano i loro uomini. Percorriamo con lo sguardo le scritte incise sui rostri in memoria dei questori che armarono a proprie spese le navi romane. E ci immaginiamo l’equipaggio delle navi cartaginesi, colpite ai fianchi da questi strumenti da sfondamento, che tra le urla e la confusione della battaglia viene tragicamente decimato.
Gli altri relitti in mostra narrano eventi forse meno eclatanti, ma non meno affascinanti. Storie di navigazioni di mercanti che, come il letterario Trimalcione, si sono arricchiti accontentando le capricciose richieste di ricche famiglie romane. Ma anche dei loro naufragi che hanno sparso in mare le primizie gastronomiche contenute nelle anfore, come l’ottimo vino di Chio, o il gustoso garum che i Romani facevano arrivare dalla Spagna e dal Nord Africa; e hanno lasciato inghiottire dai flutti le statue destinate a decorare domus e villae. Senza dimenticare le più umili storie dei membri dell’equipaggio, della cui vita a bordo ci parlano suppellettili e utensili da mensa.
Proseguiamo curiosi verso le testimonianze dell’età moderna e contemporanea, tra la chiglia di una barca di fine Quattrocento e un cannone cinquecentesco rinvenuto su un relitto da Sciacca, mentre i pannelli parlano di commerci arabi e normanni e di relitti moderni.
Così termina la nostra immersione. Ma c’è tempo fino al 6 marzo per fare nuovi tuffi prima che le opere partano verso il prossimo approdo. Affrettatevi!
Mirabilia Maris. Tesori dai mari di Siciliaa cura della Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana Palermo, Palazzo Reale, fino al 6 marzo 2017 |
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