Tempio di Giove Capitolino: dalla ristrutturazione dell’ex ospedale teutonico alle terrecotte architettoniche
Poi però si vuole passare alla realtà, anzi all’attualità: si stavano ristrutturando le fondazioni dell’ex Ospedale Teutonico sul Campidoglio, e si è trovata una grande fondazione in calcestruzzo di I secolo a.C. L’Ospedale è costruito dove un tempo stava la spianata del grandioso tempio di Giove Ottimo Massimo dedicato alla Triade Capitolina, in pratica l’essenza della romanità. Il tempio dove i consoli offrivano i loro primi sacrifici pubblici, dove il senato si riuniva in assemblea solenne e dove terminavano i cortei trionfali: il tempio replicato in tutte le città che Roma ha fondato nel mondo. La fondazione, chissà, sosteneva uno dei numerosissimi tempietti, altari, portici, statue, archi onorari, trofei eretti sulla spianata: è difficile, forse impossibile capire a cosa appartenesse. Si era però sovrapposta a uno scarico, gettato tra III e II secolo a.C. per rialzare il piano di calpestio della piazza, da cui sono stati recuperati più di mille frammenti di decori architettonici del tempio in terracotta dipinta. Una meraviglia, la scoperta del secolo se pensiamo che finora non sapevamo con esattezza come fossero fatti né il tempio né i suoi decori.
Terminato lo scavo nel 2014, ora è tutto già in mostra: ci sono le terrecotte del primo tempio del VI secolo a.C., quello iniziato dai re Tarquini e inaugurato nel 509 a.C., primo anno dell’era repubblicana, e poi altre terrecotte di IV e di III secolo a.C. Col tempo infatti i decori si rovinavano, e periodicamente si sostituivano. Poiché però erano consacrati, dovevano rimanere nell’area sacra, e così si utilizzarono nella piazza del tempio. I decori di VI secolo sono i più belli e raffinati, quelli fatti con l’argilla più depurata e dai colori più vivi. Sono così tanti, che hanno consentito di ricostruire tutto l’apparato decorativo: tutti i motivi astratti e persino qualche immagine figurata, a partire dalla consueta immagine della Potnia Theron, la Signora delle fiere.
La strana sorte del Tempio di Giove Capitolino
Così proseguirono con più vigore gli scavi sistematici per portare alla luce il tempio, e negli anni a venire le demolizioni fasciste “liberarono” il colle da tutto quel che non era monumentale mettendo a nudo la rupe Tarpea, e scoprendo al contempo antichi sacelli, depositi votivi, ninfei, abitazioni, botteghe. Si fecero anche progetti faraonici per trasferire tutti gli uffici comunali sul colle, e a un certo punto persino il Parlamento intero: progetto naufragato per insufficiente viabilità. La mostra racconta tutte queste storie: partendo dal Campidoglio come mito ottocentesco, ne ripercorre poi la storia moderna con un ricchissimo apparato di documenti, disegni, incisioni, dipinti, fotografie, plastici, frutto di ricerche d’archivio recentissime. È un autentico scrigno di notizie e scoperte, una sorpresa continua che sarebbe stata ancor più godibile se presentata con maggiore enfasi e chiarezza. Ma colpisce comunque. E prepara degnamente al gran finale sui decori del tempio, che conta di mettere la parola fine all’annoso dibattito su dimensioni e struttura del grande edificio: a chi ha dubitato che il tempio fosse colossale, ora si mostrano antefisse, coppi e tegole colossali che si potevano adattare solo a una costruzione veramente fuori misura.
Campidoglio. Mito, memoria, archeologia
A cura di Alberto Danti e Claudio Parisi Presicce Roma, Musei Capitolini
fino al 19 giugno 2016 info www.museicapitolini.org |
In copertina: William Turner, Modern Rome. Campo vaccino, 1839. J. Paul Getty Museum, Los Angeles
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